La Champions cambia ancora. E stavolta non si tratta solo di formato o numero di squadre, ma di una vera rivoluzione nella logica delle gare a eliminazione diretta. Con l’arrivo della seconda stagione del nuovo assetto – in vigore dal 2024/25 – la UEFA mette mano a una delle dinamiche più delicate del torneo: l’ordine delle partite nei turni decisivi.
Dal sorteggio al merito: come cambia il ritorno in casa
Nelle stagioni passate, anche dopo l’introduzione del maxi girone a 36 squadre, il tabellone dai quarti di finale in poi era affidato completamente al sorteggio: non importava se arrivavi primo o dodicesimo, il destino ti metteva di fronte chi voleva e ti diceva anche se saresti andato in trasferta o meno nella gara decisiva. Un sistema spesso criticato, che ha permesso – ad esempio – all’Inter di giocare la semifinale di ritorno a San Siro contro un Barcellona arrivato davanti nella fase a girone.
Dal 2025/26, però, la musica cambia. La UEFA ha stabilito che le prime quattro classificate al termine della fase campionato avranno diritto a giocare il ritorno in casa nei quarti di finale. E non finisce qui: le prime due della classifica, in caso di qualificazione, manterranno lo stesso privilegio anche in semifinale. Un vantaggio concreto, che sposta il peso della competizione fin dall’autunno.
Un tabellone “a scivolamento”: se elimini una big, erediti il suo posto
C’è poi un’altra novità che promette di ridisegnare le strategie dei club: il posizionamento non sarà più aggiornato turno dopo turno, ma rimarrà fisso. Se una squadra “testa di serie” viene eliminata, chi la batte ne prenderà automaticamente il posto nel seeding. Tradotto: se il PSG dovesse eliminare agli ottavi il Liverpool, primo classificato nel girone, saranno i parigini a subentrare nella posizione n.1 del tabellone. Un modo per valorizzare non solo il rendimento, ma anche le imprese: non serve solo arrivare davanti, ma anche abbattere chi ci è arrivato.
Più coerenza competitiva, meno casualità
L’obiettivo è chiaro: dare continuità al merito sportivo ed eliminare la componente aleatoria che finora ha spesso influenzato il cammino delle squadre nelle fasi finali. Meno mano al sorteggio, più peso alla classifica. E così la Champions assume una dimensione ancora più logica, più coerente, più meritocratica.
Il messaggio della UEFA è diretto: chi comanda la fase a girone, deve poter comandare anche nel tabellone. Un principio che, sulla carta, premia la regolarità. Ma che al tempo stesso, offre a chi compie l’impresa di eliminare una big, la possibilità di ereditarne il cammino. Il campo avrà ancora l’ultima parola. Ma da ora in poi, sarà importante anche dove si mette il primo passo.