I risultati sul campo non bastano a mascherare le crepe nella gestione sportiva. Nonostante le recenti buone prestazioni, anche nel contesto del Mondiale per Club, il Flamengo è attraversato da una forte tensione interna, con riflessi potenzialmente rilevanti anche sul mercato in uscita. Al centro delle polemiche c’è José Boto, direttore sportivo del club carioca, sempre più in discussione dentro e fuori la dirigenza.
José Boto a rischio: dirigenza spaccata, tensione alle stelle
A lanciare l’allarme è il portale brasiliano ge.globo, secondo cui il futuro di Boto sarebbe tutt’altro che garantito. Uomo di fiducia del presidente Bap, il dirigente sta però perdendo rapidamente consensi all’interno del club, a causa di scelte ritenute discutibili da una parte della governance.
Nel mirino ci sarebbero in particolare alcune operazioni di mercato recenti, come il mancato arrivo di Alan Johnston e la cessione a parametro zero di Victor Hugo, considerate esempi di cattiva gestione tecnica. La tensione, dicono in Brasile, è alta. E il rischio di un ribaltone nelle prossime settimane è concreto.
Trattativa per Wesley a rischio stallo?
In questo contesto di fragilità istituzionale, resta congelata anche la trattativa con la Roma per Wesley, l’esterno classe 2003 individuato come uno degli obiettivi prioritari per la nuova stagione. Il dialogo tra Trigoria e Flamengo va avanti da settimane, ma la distanza tra domanda e offerta rimane ampia.
Il club brasiliano continua a valutare il cartellino del giocatore intorno ai 30 milioni di euro, cifra che a Trigoria viene considerata eccessiva, soprattutto in questa fase del mercato. Il timore è che l’instabilità dirigenziale possa complicare ulteriormente il negoziato, bloccando una trattativa che sembrava ben avviata.
La Roma resta alla finestra
Massara e la dirigenza romanista osservano con attenzione gli sviluppi interni al Flamengo, consapevoli che un eventuale cambio al vertice potrebbe anche aprire spiragli inattesi nella gestione dei prezzi e delle priorità. Di certo, Wesley resta un obiettivo concreto, apprezzato da Gasperini per struttura, duttilità e margini di crescita. Ma per chiudere l’affare, servirà che anche a Rio tornino ordine e chiarezza.