La premessa è doverosa: nessuno conosce meglio i conti della Roma di chi vive quotidianamente la realtà di Trigoria, soprattutto di coloro che occupano le posizioni più alte all’interno del quadro dirigenziale. Di conseguenza, nessuno al di fuori della dirigenza giallorossa può realmente smentire cifre o calcoli discussi nel contesto delle strategie di mercato.
Tuttavia, è facile comprendere il senso di smarrimento che ha colto molti tifosi giallorossi di fronte alle scelte operate durante la finestra di mercato invernale e alle dichiarazioni del direttore sportivo Florent Ghisolfi.
Il dietrofront di Ghisolfi
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Ghisolfi ha cercato di spiegare il razionale alla base delle decisioni societarie: “La società ha firmato un settlement agreement con la UEFA nel 2022, a fronte di un deficit importante. Dura per quattro stagioni e questa è la terza, quella più restrittiva. Abbiamo lavorato sul monte ingaggi, facendolo calare di oltre il 20%, anche se alcuni stipendi nella rosa sono aumentati come prevedevano i contratti. Dobbiamo usare la logica per mantenere fede a un programma ambizioso che prevede il centenario del 2027 e il nuovo stadio“.
Parole apparentemente chiare e coerenti con la delicata situazione finanziaria che la Roma sta attraversando. Tuttavia, non possono non entrare in contrasto con quanto dichiarato dallo stesso Ghisolfi appena 70 giorni prima, il 1° dicembre 2024, in un’intervista al Corriere dello Sport: “L’intenzione è quella di migliorare la squadra già a gennaio, i vincoli del settlement agreement non sono più così penalizzanti. Credo che già in estate si fosse capito“.
Una contraddizione evidente che ha lasciato perplessi molti osservatori e tifosi. Dopo un’estate di investimenti consistenti, giustificati dal presunto allentamento delle restrizioni UEFA, la linea del club sembra essere cambiata radicalmente nel mese di gennaio. Il mercato invernale si è così concluso senza colpi significativi, con una strategia di contenimento che appare in netta contraddizione con le promesse fatte appena due mesi prima.