La Roma ha battuto 3-1 il Genoa nell’anticipo della 21ª giornata di Serie A, ma non solo mancate le polemiche per alcuni scelte dell’arbitro Zufferli. Infatti, uno degli episodi più discussi del turno di campionato è il tocco di braccio di Sabelli all’interno dell’area di rigore rossoblù. L’episodio è stato poi mascherato dal gol di Stephan El Shaarawy arrivato subito dopo, ma è stato analizzato nel corso della trasmissione Open Var su Dazn, dove sono stati mandati in onda gli audio della conversazione tra il direttore di gara e il Var Di Bello.
La spiegazione del Var: “Braccio aderente al corpo”
Dopo qualche secondo preso per analizzare l’episodio, Di Bello ha confermato la decisione di Zufferli: “Tocca di braccio, ma è molto vicino al corpo ed è in dinamica: non è un braccio punibile“. Antonio Damato, ex arbitro e responsabile del Settore Tecnico Arbitrale, ha poi aggiunto durante la trasmissione: “Condividiamo la scelta del direttore di gara Zufferli e del Var Di Bello nel ritenere non punibile questo tocco di braccio. Quando avviene l’impatto tra braccio e pallone il braccio è aderente al corpo, in una posizione completamente naturale. Non fa mai più grande sé stesso, non è in posizione innaturale ma tutto si svolge in dinamica. Possiamo anche considerarlo un pallone inaspettato, dato che c’è una doppia deviazione sia di un difensore sia di Dovbyk“.
La replica di Stramaccioni
I dubbi sull’episodio, però, rimangono molteplici, come testimoniato anche dalle parole di Andrea Stramaccioni: “Non sono completamente d’accordo. Stimo Antonio, ma voglio chiedergli una cosa. Guardandolo a velocità normale, è impossibile che l’arbitro abbia pensato che il braccio era attaccato al corpo. A velocità naturale sembra un rigore grosso come una casa. Sarebbe dovuto essere quasi il contrario: lui avrebbe dovuto dare il calcio di rigore e poi si sarebbe dovuto vedere il millimetro“.
Pronta la risposta di Damato: “Sono d’accordo che a velocità normale il movimento del braccio sembra molto più largo, ma quando il Var lo va a rivedere si rende conto che nel momento dell’impatto con il pallone, il braccio è aderente al corpo“.