Il difficile non è arrivare in vetta, ma rimanerci, specialmente se ciò che ti ci ha portato è stata una rimonta che neanche l’oracolo di Delfi avrebbe saputo immaginare e prevedere. Per la Roma la cima della sua stagione sarebbe una qualificazione alla prossima Champions League che avrebbe dell’incredibile, ma si sa, inseguire a lungo ti mette nelle condizioni di non poter sbagliare mai, ed ogni piccolo passo falso pesa il doppio su gambe, testa e classifica. Quello di Bergamo ha avuto un sapore decisamente amaro, per l’occasione sfumata di prendere il 4° posto in solitaria e per il controverso caso del rigore tolto a Koné, ma guardare avanti è d’obbligo.
L’ultima all’Olimpico della squadra e di un Ranieri a cui tutto il popolo giallorosso è pronto a riservare il tributo che merita, vede giungere nella capitale un Milan sconquassato, autore fino ad adesso di un campionato a dir poco mediocre, partito con ambizioni scudetto e che sta invece regalando un deludente 8° posto, e di una finale di Coppa Italia che l’ha visto capitolare contro il mirabolante Bologna di Italiano. Conceicao ha di fatto le valige pronte, ma come ultima missione proverà a portare i rossoneri in Europa, ed una vittoria sulla Roma, che ha 3 punti di vantaggio, darebbe nuove chances.
Dal canto suo però i giallorossi hanno usato questa settimana per rilanciarsi emotivamente dopo una sconfitta pesante per la classifica, che ha interrotto a 19 la striscia di risultato utili in campionato, consapevoli che serviranno 6 punti nelle ultime due, più un aiutino da Juventus e Lazio (un pareggio ciascuna basterebbe), per festeggiare una Champions insperata e che manca dal 2018/19. Un Milan ferito e vulnerabile quello delle ultime uscite, ma che con Leao e co. può far male da un momento all’altro.
L’ultima di Fonseca e Roma con una quadra: l’1-1 dell’andata
La sfida d’andata maturata a San Siro coincideva con l’ultima gara del 2024, un anno che, per fortuna dei giallorossi, volgeva al termine. In quella gara scese in campo una Roma finalmente con una quadra, che cominciava a dare segnali di risveglio e di solidità , sia tattica che mentale, tant’è che da quel momento comincerà il 2025 fotonico che tutti abbiamo negli occhi. Ranieri in campo con un 3-5-2 che vide la sorpresa Pisilli dal primo minuto, autore di una buona partita soprattutto in fase di appoggio agli attaccanti.
Proprio da un’iniziativa di Niccolò arriverà la bellissima sponda di tacco di Dovbyk, forse la giocata più bella della sua stagione, per il destro al volo di Dybala, valso l’1-1 finale dopo il vantaggio di Reijnders. Chissà che possa essere una soluzione anche per la gara di ritorno, ed effettivamente Ranieri ci sta pensando, con Saelemaekers rimesso titolare a destra, Soulé a supporto di Dovbyk e Shomurodov in panchina. Inutile invece analizzare quel Milan che scese in campo lo scorso 29 dicembre: quella contro la Roma fu l’ultima di Fonseca in panchina, prima dell’arrivo di un Conceicao che esordirà con le vittorie su Atalanta e Inter valse la Supercoppa italiana.
Lateralità offensiva e transizioni per Conceicao
Ma che impronta ha dato il tecnico ex Porto ai rossoneri? Partiamo col dire che questa è cambiata nel tempo, con Conceicao che si sta affidando ad un offensivo 3-4-3 da qualche gara a questa parte, avendo in cambio risposte contrastanti. La scelta di tale modulo appare abbastanza ovvia: sfruttare una spiccata lateralità offensiva propria di questa squadra. Da sempre le fasce sono il punto forte del Milan, e tale disposizione è volta ancora di più a favorire le combinazioni tra esterni e ali.
Le sovrapposizioni di Theo Hernandez (assente verrà sostituito da Musah) e Jimenez sono costanti, per costringere i laterali avversari a profondi ripiegamenti e dare l’opportunità a Leao e Pulisic di servirli in profondità o venire dentro il campo con facilità . In tal senso la comunicazione tra braccetti ed esterni sarà fondamentale in casa Roma, esattamente come Angelino e Saelemaekers (il belga potrebbe tornare dal 1′) dovranno dimostrare coraggio nell’attaccare i propri colleghi di fascia, per non farsi schiacciare e costringerli a preoccuparsi della fase difensiva.
Rispetto alle sue prime gare, dove aggressività e pressing erano di casa con Conceicao, ora la squadra è leggermente più attendista, consapevole che, una volta recuperata palla, ha molti cavalli a disposizione sulle fasce e al centro (con Fofana e Reijnders) per ripartire in velocità . Le transizioni e gli inserimenti visti contro il Genoa sono un’arma tipica dei rossoneri, con la Roma che dovrà essere brava a non farsi trovare scoperta. In un Milan che va a folate anche all’interno della stessa partita, occhio ovviamente ai singoli che possono decidere la partita.
Leao croce e delizia, Reijnders uomo copertina: e la punta?
Quale sarà il Leao che si presenterà all’Olimpico? Una domanda da un milione di euro, anche perché spesso il Diavolo dipende quasi totalmente dalla presenza o meno in partita di Rafa. Quando ha voglia, come a Udine e a Genova, è incontenibile, e guarda caso il Milan vola; se non è in giornata, come contro Atalanta e Bologna in finale di Coppa Italia, il brio dell’intera squadra sembra scomparire. Croce e delizia dei rossoneri, e sarà soprattutto Celik da braccetto di destra ad avere il compito di limitarlo al meglio.
Dell’apporto offensivo dei laterali abbiamo parlato, e un Pulisic da 17 gol e 12 assist in 48 gare meriterebbe un articolo a parte, mentre ci fermiamo un po’ di più su un Tijjani Reijnders superlativo quest’anno: 15 reti e 5 assist stagionali da centrocampista, che abbina una qualità palla al piede enorme ad spiccate abilità di inserimento, che gli hanno permesso di gonfiare la rete molte volte quest’anno. Non agendo più da trequartista ma da mediano insieme a Fofana, si vede meno dalle parti dell’area, ma un occhio di riguardo da parte del centrocampo della Roma è d’obbligo.
Un tema importante sarà anche quello della punta centrale. Dopo la sgasata improvvisa, materializzatasi soprattutto con la doppietta nel derby di Coppa Italia, piuttosto male Jovic nelle ultime uscite, insidiato ora dall’ex di turno Tammy Abraham, sceso progressivamente nelle gerarchie, e da Santiago Gimenez, il colpo rossonero da 32 milioni di gennaio. Gol contro il Venezia in 26 minuti, assist con il Genoa in 20, doppietta al Bologna in 25, numeri che lasciano presagire che contro la Roma possa partire lui titolare.
Maignan l’ultimo a mollare, sfida aperta con Svilar
Possibile poi che a far pendere il risultato da una parte o dall’altra possano essere due portieri tra i più apprezzati della Serie A e non solo. In un Milan in grande difficoltà Mike Maignan è per distacco l’ultimo a mollare, e le vittorie contro Genoa e Bologna in campionato lo dimostrano: interventi prodigiosi che hanno salvato i suoi in diverse circostante, con la Roma consapevole che all’Olimpico ogni occasione concessa dalla squadra di Conceicao andrà sfruttata.
Dalla parte opposta del campo per un Mile Svilar avversario decisamente degno. Il belga è ancora al comanda della classifica di clean sheet in Serie A (15), tallonato da Meret, Carnesecchi e Di Gregorio, ed anche in questo caso alcune parate sono ancora negli occhi del popolo giallorosso. All’orizzonte un rinnovo che rimbalza da attimi di fiducia totale ad altri di paura che una big europea possa venire a prenderselo, ma intanto c’è una sfida a Maignan da vincere per alimentare le speranze Champions.
Marcature blande e cali di concentrazione
Cose a cui stare attenti ce ne sono, come è ovvio che sia, ma la vulnerabilità del Milan è uscita tutta questa stagione, anzitutto nella testa. I cali di concentrazione sono all’ordine del giorno per la squadra di Conceicao, che si accende e si spegne ad intermittenza spesso senza un senso logico. Ciò la rende imprevedibile, qualcosa che la Roma dovrà saper gestire, compattandosi quando i rossoneri sgasano ed attaccando con coraggio nei momenti di sbandamento.
Un dettaglio puramente tattico, oltre alle tante assenze (Bondo, Chukwueze, Walker e Theo Hernandez), su cui porre l’accento sono le marcature decisamente blande che caratterizzano la difesa del Diavolo. Contro il Genoa è stato Maignan a mettere una pezza più di una volta a questo problema, non potendo invece fare niente sul gol di Vitinha, dove Pavlovic è ad un paio di metri di distanza da lui sul cross di Martin, e su quello di Ndoye in finale di Coppa Italia, dove è Theo Hernandez a perdersi Orsolini sull’imbucata inziale. La Roma può vincere, sfruttando anche un fattore Olimpico che non fallisce dai primi di dicembre, per dare una ultima gioia casalinga a Ranieri e tenere viva la corsa al 4° posto.