Per qualcuno il derby della Capitale è un peso difficile da portare. Per altri, invece, è linfa pura. Lo dimostrano i nove gol di Marco Delvecchio e gli otto di Vincenzo Montella, protagonisti eterni della storia giallorossa. E poi ci sono quelli che nel derby ci vedono la possibilità di cambiare tutto. Di invertire una rotta storta, di riaccendere la luce. Lorenzo Pellegrini è uno di questi.
Il capitano della Roma vive una stagione complicata, tra infortuni, panchine e prestazioni che non hanno convinto fino in fondo. È entrato in un vortice da cui ha provato a uscire in più occasioni, senza mai riuscirci del tutto. Ma proprio nel derby d’andata ha trovato una boccata d’ossigeno: gol dopo dieci minuti, braccia al cielo sotto la Sud, e un successo che aveva rimesso un po’ a posto le cose, anche con quella parte di tifoseria che aveva cominciato a fischiarlo.
Da lì in poi, però, la continuità non è mai arrivata. Gli alti e bassi hanno continuato a segnare il suo percorso. L’ultimo stop, sabato scorso, a causa di un fastidio al polpaccio che lo ha tenuto fuori contro la Juventus. Oggi Pellegrini dovrebbe tornare a lavorare con il gruppo, pronto a rimettersi in gioco nella settimana che può cambiare la sua stagione.
Il derby come amuleto
E forse è proprio questo il momento giusto. Perché il derby, per Pellegrini, non è solo una partita: è un’occasione, un simbolo, quasi un rituale. Finora ha segnato tre volte contro la Lazio, al pari di nomi pesanti come Pruzzo, Voeller, Balbo e Dzeko. Con un’altra rete, salirebbe a quota quattro, agganciando al settimo posto della classifica all time giallorossa altri simboli come Bernardini, Costantino e Vucinic.
Ma non è solo una questione di numeri. C’è una coincidenza che fa sognare i romanisti: tutte e tre le volte in cui Pellegrini ha segnato nel derby, la Roma ha vinto e con almeno due gol di scarto. Un segnale? Forse. Di certo, un buon motivo per credere che lui possa davvero essere l’uomo della svolta.