Quella di oggi, domenica 15 dicembre, sarà una giornata importante per la Roma, ma non solo per la delicata sfida contro il Como. I giallorossi festeggiano infatti anche i 50 anni dalla nascita del proprio Inno, del quale andiamo adesso a vedere le origini.
La nascita dell’Inno
Questo un estratto del comunicato della Roma: “Il 15 dicembre è una data storica per il nostro Club. Cinquant’anni fa, fu infatti eseguito per la prima volta quello che diventerà l’inno della Roma! Ecco come nacque questa magistrale composizione, che anni fa France Football pose al secondo posto tra gli inni più belli di sempre, dopo ‘You’ll never walk alone’. Se il testo è noto ed è cantato da ogni romanista, in molti ne ignorano probabilmente la genesi. E forse anche il vero titolo. Che non è ‘Roma, Roma, Roma’, ma ‘Roma (non si discute, si ama)’. Il nostro inno viene diffuso per la prima volta dagli altoparlanti dell’Olimpico per pochi secondi il 15 dicembre 1975, durante un Roma-Fiorentina che sarà deciso da un gol di un giocane Penzo [..].
Facciamo però un passo indietro. Torniamo a quello che accade il 15 dicembre 1974. Dopo la rete di Penzo, le note di ‘Roma (non si discute, si ama)’ accompagnano per pochi secondi l’esultanza giallorossa. Durante la partita non si poteva fare. La Roma di Anzalone pagò infatti una multa. Tutti vengono colti di sorpresa. Nessuno poteva immaginare che in autunno, negli studi romani della RCS in via Sant’Alessandro, fosse stata incisa una canzone destinata a diventare immortale.
Nell’archivio storico dell’AS Roma sono conservate delle immagini straordinarie: Giancarlo De Sisto, Franco Cordova e Liborio Liguori registrano le seconde voci di quello che un giorno diventerà l’Inno del Club. Il titolo non è ‘Roma, Roma, Roma’, ma ‘Roma (non si discute, si ama)’. Nel lato B vengono inseriti i cori registrati durante il Derby del primo dicembre. L’autore principale del brano, che sarà poi affidato alla voce solista di Antonello Venditti, è un paroliere romano e romanista. Si chiama Giampiero Scalamogna. Nell’ambiente è conosciuto con lo pseudonimo di ‘Gepy & Gepy’. Oltre a Scalamogna e a Venditti, gli altri due autori sono Franco Latini e Sergio Bardotti [..].
C’è un aneddoto legato a una strofa in particolare. Il testo originario era T’ha dipinta Dio. Erano però altri tempi. Era un’altra Italia. L’ostacolo si aggirò modificandola con T’ho dipinta io. ‘Roma (non si discute, si ama)’ rapì immediatamente il cuore dei romanisti, divenendo nota tra loro come ‘Roma, Roma, Roma’. Dopo i primi anni, l’inno tornerà a essere diffuso allo stadio nella seconda metà degli anni 90. Gepy non c’è più. Ci ha lasciato nel 2010, a 67 anni. Con ‘Roma, Roma, Roma’ ha saputo però ricavarsi una nicchia nell’eternità. In molti hanno cantato la Roma. In pochi l’hanno dipinta come Gepy”.