Dopo una 19 anni passati sulla panchina della Primavera, Alberto De Rossi è diventato il responsabile del settore giovanile della Roma. Ai microfoni del Messaggero, l’ex tecnico ha parlato dei problemi delle giovanili in Italia: “C’è sempre meno rapporto palla-ragazzo. Quando si andava per strada si giocava a calcio tante ore, adesso non è più così. Noi addetti ai lavori dovremo riproporlo. Poi, probabilmente, vedremo i risultati tra 10 anni“.
De Rossi ha poi proseguito: “L’aspetto ludico è sempre un passo indietro rispetto al risultato. Questa è un mentalità che ci crea qualche problema. La mentalità italiana è di vincere la partita. Come si cambia la mentalità? Mettendo al vertice gente che ha fatto calcio per passione. Non burocrati“.
Sul perché i talenti nelle giovanili non riescono a confermarsi in Serie A: “Perché il divario tra la Primavera e e la Prima squadra è enorme. Nei paesi stranieri i giovani giocano. In Italia no, perché i club pensano al risultato. Bisognerebbe parlare seriamente delle seconde squadre. Possono risolvere il problema perché darebbero la possibilità al calciatore di crescere. Non solo velocemente, ma anche bene. Se giochi Primavera contro Primavera, come evolvono? Un ragazzo a 20 anni e sei mesi viene consegnato al calcio e ha pochissima esperienza“.
De Rossi: “Vogliamo portare i giocatori in prima squadra”
De Rossi ha poi spiegato la metodologia di lavoro alla Roma: “Qui se vinci giocando male, io sto col broncio, se accade una seconda volta comincio a preocсuparmi. A noi interessa la qualità e formare il giocatore“.
Su cosa è cambiato negli ultimi 20 anni a livello di formazione: “Adesso ci vuole gente veloce, forte, robusta. Ci vogliono calciatori strutturati come forza e potenza. Facciamo lavori mirati a seconda dell’età per farci trovare pronti. Ma tutto converge nella tecnica individuale. Alziamo la velocità e aumentiamo il monte ore. Quello italiano è più basso rispetto a quello europeo. Per aumentarlo noi ci prendiamo una mezz’ora prima dell’allenamento per fare un lavoro tecnico mirato tra campo e palestra. Così facendo l’anno scorso abbiamo fatto 70 ore in più di tecnica individuale e una media di 30 ore di forza in palestra. Risultati? A livello tecnico è stata una cosa paurosa“.
Infine, su quale sarà l’evoluzione del settore giovanile giallorosso: “Vogliamo portare i giocatori in prima squadra. Lavoriamo solo per questo. Ci credo ciecamente che è possibile. Giochiamo con sei 2007 in Primavera, hanno due anni in meno rispetto alle media. Tutti gli altri in Italia hanno 20 anni, eccetto il Milan perché hanno la seconda squadra“.