La 34esima giornata di questa esaltante Serie A 2024-2025, ha visto la Roma imporsi in maniera decisa a San Siro sull’Inter di Simone Inzaghi. Vincendo a Milano grazie alla rete dell’argentino Matias Soulè, sempre più protagonista in questo finale di stagione, i giallorossi hanno collezionato il diciottesimo risultato utile consecutivo, fondamentale per sognare ancora la Champions League.
Se a novembre scorso la compagine romanista galleggiava pericolosamente nei bassifondi della classifica, ora si ritrova, incredibilmente, a lottare per un posto nell’Europa che conta a quattro giornate dal termine. E il merito è solo di Claudio Ranieri, che ha saputo rivitalizzare una squadra che sembrava ormai essersi smarrita. Per analizzare al meglio la recente vittoria contro l’Inter e il momento d’oro della squadra guidata dall’allenatore testaccino, abbiamo chiesto un parere ad una storica bandiera del calcio italiano, un campione del mondo di Spagna ’82, ancora oggi dolcemente legato al suo passato in giallorosso: Fulvio Collovati.
La vittoria sull’Inter e la rincorsa Champions
Stadio San Siro di Milano, minuto 93′. Sui piedi di Angelino, lanciato verso Sommer da posizione defilata, la Roma ha l’ultima palla gol per chiudere definitivamente il match e portarsi così sullo 0-2, ma il portiere nerazzurro chiude lo specchio della porta e allunga la sofferenza dei giallorossi per altri due minuti. Mentre la tensione si staglia sui volti degli uomini di Ranieri, gli ultimi 120 secondi passano lenti, sembrano quasi interminabili, fino a quando, sull’ultimo lancione disperato di Bryan Cristante verso l’area avversaria, l’arbitro Fabbri porta il fischietto alla bocca e decreta la fine della partita con il consueto triplice fischio.
La Roma vince a San Siro contro l’Inter e rimane agganciata a quel treno dei desideri che porta diretto alla prossima Uefa Champions League.
In merito alla vittoria di Milano, che potrebbe rivelarsi uno spartiacque decisivo per la stagione della Roma, Fulvio Collovati, contattato dalla nostra redazione, non ha dubbi: “Tre punti super meritati. Alla vigilia mi aspettavo una reazione dell’Inter dopo le due sconfitte successive, di cui una clamorosa nel derby con il Milan per 0-3. Reazione che invece non c’è stata. Merito sicuramente della Roma che ha giocato da squadra, a differenza dell’Inter che ha giocato a livello individuale. I giallorossi hanno chiuso le corsie laterali grazie al lavoro degli esterni e non hanno dato respiro alla fase difensiva nerazzurra. La squadra di Ranieri ha indovinato la partita.”
Anche la ritrovata solidità difensiva, sempre di più un marchio di fabbrica di questa Roma (sono ormai 14 i clean sheet in campionato), sta risultando decisiva nella risalita, ed è lo stesso Collovati a ricordarci come “il calcio spettacolo serve a poco se non hai un’ottima fase difensiva e la Roma si è rimessa a posto difensivamente da quando Claudio Ranieri è tornato a sedere sulla panchina giallorossa.”E se la stabilità di una retroguardia può spostare gli equilibri di una stagione, anche un calendario impervio può avere il suo peso”. Secondo l’ex stopper saranno proprio queste ultime quattro giornate a dirci chi agguanterà l’agognato quarto posto in classifica, valido per la Champions, perché ci ricorda che “in questa rincorsa tutto dipenderà dagli scontri diretti. Bologna e Juventus hanno calendari complicati, stesso discorso per la Roma che dovrà affrontare l’Atalanta a Bergamo. E attenzione alle piccole, abbiamo avuto l’esempio del Parma che ha fermato Juventus e Lazio.” Il monito, che arriva da fonte autorevole, è chiaro: mai sottovalutare un avversario.
Dal futuro al passato…con un po’ di giallorosso nel cuore
Se per i saggi e i filosofi del passato era il presente l’unica dimensione temporale in cui vivere e concentrarsi, nel calcio, invece, la programmazione del futuro è di vitale importanza. Nella Roma, comunque vada a finire questa stagione, Ranieri (nelle vesti di senior advisor da Giugno) e il Ds Florent Ghisolfi hanno già iniziato a progettare la squadra del domani, presentando al Presidente Friedkin una short list con i nomi degli allenatori in lizza. Nella capitale si parla incessantemente dell’argomento e la tifoseria si divide su una questione cruciale: il nuovo tecnico giallorosso sarà un big della panchina o un giovane in rampa di lancio?
Anche questa volta Fulvio Collovati, dall’alto della sua esperienza calcistica, riesce a dissipare i nostri dubbi, esprimendo con convinzione che “la Roma deve prendere un allenatore numero Uno, lo chiede e lo esige la piazza. Deve essere un allenatore stile Allegri, Ancelotti, Mourinho, un tecnico che sappia rispondere ai giocatori e che abbia carisma nei confronti degli stessi. L’allenatore è più importante dei giocatori che puoi prendere sul mercato, ce lo ha insegnato la scelta della Juventus quest’anno.”
Non solo la scelta della Juventus di quest’anno – aggiungiamo noi – ma anche la recente storia della Roma ci ha dimostrato, con la decisione di prendere Josè Mourinho, quanto sia importante avere un tecnico esperto e vincente come guida.
E se il futuro si può provare ad immaginare in base agli elementi che si hanno a disposizione, il passato di certo non si può dimenticare. Lo sa bene il nostro intervistato a cui chiediamo di chiudere prima con un ricordo in giallorosso e infine con uno in azzurro con la maglia della Nazionale. Per il primo, Fulvio richiama alla memoria con affetto, e forse con un pizzico di nostalgia, quella sua Roma che si classificò terza, una Roma “forte e competitiva che si è inchinata solo davanti al Napoli di Maradona e al Milan di Gullit e Van Basten”. Ho un ricordo meraviglioso – prosegue – di aver giocato con Rudi Völler, Bruno Conti, Pruzzo, Boniek e Sebino Nela.
Compagni non solo di Roma alcuni, ma anche di Nazionale. In maglia azzurra Fulvio Collovati ha collezionato 50 presenze, impreziosite da 3 gol e, soprattutto, da quel magnifico trionfo ai mondiali di Spagna ’82 che lo ha visto protagonista assoluto al centro della difesa. Oltre al ricordo, eterno, della Coppa del Mondo, Fulvio è particolarmente legato al giorno del suo esordio: “Vincemmo per 3-0 contro l’Olanda a San Siro, nel mio stadio, a pochi giorni di distanza dalla morte di Nereo Rocco, storico allenatore del Milan, che ho avuto l’onore di conoscere e avere come tecnico, pur appartenendo a due generazioni diverse. Un ricordo davvero indelebile per me.” Indelebile davvero quando si esordisce a soli 21 anni con la Nazionale maggiore.
D’altronde si sa, alcuni ricordi rimangono limpidi e intatti nel tempo, ma soprattutto nella mente, per ricordarci quanto le nostre azioni siano state significative per noi stessi e per gli altri. E quelle di un campione come Fulvio Collovati, rimarranno scolpite nella memoria di tanti tifosi italiani ancora per molto tempo.
di Marco Di Rosa