La Roma ha finalmente scelto. E ha scelto bene.

Per anni la squadra giallorossa ha oscillato tra soluzioni tattiche imposte dai giocatori e adattamenti forzati. Ora, con l’arrivo di Gasperini, il club abbraccia una direzione chiara e irreversibile: niente più compromessi, si riparte da un’identità forte, definita e compatibile.

Emanuele De Scisciolo
Emanuele De Scisciolo - Direttore Responsabile
4 min di lettura

Ci abbiamo provato per anni. A essere moderni, rivoluzionari, camaleontici. A cambiare pelle in base al tecnico di turno o al leader di spogliatoio più carismatico. A passare, con lo stesso entusiasmo di chi crede in una missione, dalla difesa a quattro a quella a tre, poi di nuovo a quattro, per poi tornare sui nostri passi. È stato un percorso a tratti confuso, spesso dettato dalla necessità più che dalla convinzione. Eppure oggi, con l’arrivo di Gasperini, la Roma sembra aver finalmente imboccato una strada chiara. Non la più facile, ma la più coerente.

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Basta compromessi. È tempo di visione

Negli ultimi quindici anni abbiamo assistito a ogni genere di trasformismo tattico. Allenatori con idee forti, poi costretti a piegarle per compiacere il gruppo. Giocatori che, da dietro le quinte, indirizzavano moduli e scelte. Un balletto continuo tra esigenze tecniche e politiche interne che ha lasciato sul campo un’unica certezza: alla Roma mancava una vera identità. Una di quelle che resistono ai cicli, ai presidenti e alle mode del momento.

Eppure, nel caos, qualcosa ha attecchito. Il sistema difensivo a tre, inizialmente una necessità, è diventato nel tempo una matrice riconoscibile, quasi un’abitudine genetica. E se oggi nessuno a Trigoria si scandalizza più all’idea di schierare tre centrali, è perché nel frattempo il calcio è cambiato e la Roma con lui.

Gasperini è l’uomo giusto al momento giusto

C’è una differenza enorme tra chi si adatta e chi sceglie. Per troppo tempo abbiamo fatto la prima cosa. Ora, per la prima volta dopo anni, abbiamo scelto un allenatore che incarna l’idea di calcio che la Roma ha imparato a riconoscersi addosso. Gian Piero Gasperini non è un tecnico qualunque, è uno di quelli che ti obbliga a credere in qualcosa. Ti costringe a seguire una traccia, ti impone un’identità. E non si piega.

Che sia a Palermo, a Crotone, a Genova o a Bergamo, la sua impronta è sempre stata la stessa: tre difensori, uomo su uomo, pressione feroce, calcio verticale. Non cambia per nessuno. E per una Roma stanca di rincorrere le mode, questa coerenza è oro puro.

La novità? Stavolta è la società a volerlo

La vera svolta, però, è un’altra. Non è Gasperini che dovrà adattarsi alla Roma, ma è la Roma che ha scelto Gasperini proprio perché non dovrà adattarsi a nulla. È una differenza sottile, ma sostanziale. Il club, stavolta, ha agito per costruire un progetto su basi già condivise, non per inseguire le alchimie di mercato o i desideri dei senatori.

La squadra sa cosa aspettarsi, l’ambiente sa cosa vuole vedere, e persino il mercato potrà finalmente muoversi dentro coordinate tattiche chiare. Niente più liste della spesa eterogenee, niente più profili presi “perché possono fare tutto”. Si costruirà per giocare a tre, punto. Con coerenza. Con visione. Con Gasp.

Il tempo delle prove è finito

C’è una Roma che ha sempre dovuto rincorrere. Rincorrere la Juve, rincorrere l’Inter, rincorrere se stessa. E c’è una Roma, quella di oggi, che finalmente inizia a somigliare a un progetto. Un’identità non si compra, si coltiva. E Gasperini, nel bene e nel male, è l’uomo delle idee forti.

Sarà un percorso duro, a tratti spigoloso. Ci saranno errori, momenti difficili, magari persino dei passi indietro. Ma se c’è una cosa che la Roma deve a sé stessa e alla sua gente, è proprio questa: la possibilità di credere in qualcosa di definito, di riconoscibile, di nostro. E oggi, per la prima volta da molto tempo, la direzione sembra quella giusta.

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Giornalista, fondatore e direttore responsabile di SoloLaRoma.it. Da sempre racconto la Roma con passione, rigore e uno sguardo critico ma costruttivo. Credo in un’informazione indipendente, fatta da chi vive la squadra giorno per giorno, e dedicata a chi della Roma ha fatto una fede.
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