José Mourinho torna a parlare della sua esperienza come tecnico della Roma. L’allenatore portoghese, oggi al Fenerbahce, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, in cui ha parlato anche del suo percorso nella capitale, tra i rimpianti dopo la finale persa con il Siviglia, l’esordio di Edoardo Bove e il futuro.
Mourinho: “Tornerei in Italia”
Mourinho ha parlato della scelta di andare in Turchia: “Perché amo il calcio e amo il mio lavoro. Non mi va di aspettare e ancora aspettare l’opportunità ideale, il posto perfetto, e ancor meno di prendermi un anno sabbatico. So che a tanti piace, o almeno così ce la raccontano. Ho detto sì a un club che mi ha voluto tanto e me l’ha dimostrato fin dal primo giorno“.
Sui rimpianti della sua carriera: “Se parliamo di partite, tanti perché quando perdi pensi sempre che avresti potuto fare diversamente, e di partite ne ho perse parecchie. Se invece ti riferisci alle scelte professionali, il no a Florentino. Mi disse ‘Mou, non andare via adesso, il difficile l’hai fatto e viene il bello’. Sapevo che sarebbe stato così, però volevo tornare al Chelsea dopo tre anni in Spagna di grandi lotte. E dopo Budapest. Non per il casino combinato da Taylor, ma per il fatto di non essermene andato subito. Avrei dovuto lasciare la Roma, non l’ho fatto e ho sbagliato. Tornerei a lavorare in Italia? Certo“.
Sul fatto di aver acquistato un biglietto per salutare i tifosi della Roma all’Olimpico: “Non uno, quattro. Ero in hotel con i miei assistenti che mi dissero: ‘Mister, meriti di salutare i tifosi e i tifosi meritano di salutare te. Andiamo’. Ci ho pensato qualche ora, poi ho temuto che mi avrebbero accusato di voler disturbare e io non faccio queste cose, mai. Segue ancora Roma e Inter? Non ho più visto giocare la Roma, l’Inter sì“.
Sull’Atalanta vincitrice dell’Europa League: “Il giusto premio alla competenza e a un progetto serio, tanti anni di lavoro fatto bene con lo stesso allenatore e la stessa filosofia di gioco. Ero triste per Xabi, tifavo Bayer, però l’Atalanta l’ha ultrameritato. Un buon arbitro, un buon Var, degni di una finale europea“.
Sul Bove e sul futuro: “Bove è come me. Nessuno gli ha regalato niente. Ha esordito con me perché abbiamo principi simili, anche se uno ha vent’anni e l’altro sessanta. Sì. Voglio giocare un Europeo o un Mondiale, unire un Paese intorno alla sua nazionale nello stesso modo in cui sono riuscito tante volte con i club e i tifosi. Voglio farlo per il calcio, per quello che questo sport rappresenta. Sarà incredibile“.