Aleandro Rosi in ESCLUSIVA: “Gasperini, l’uomo giusto. Totti in società? Sarebbe un sogno. Scudetto? Napoli favorito, Roma può essere la sorpresa”

Aleandro Rosi racconta in questa intervista esclusiva la Roma di Gasperini e Ranieri, il legame con Spalletti, la stima per Luis Enrique, la rinascita della Nazionale e i valori perduti del calcio moderno: tra sacrifici, ambizione e il sogno di diventare allenatore.

Fabio Maffettone
15 min di lettura

Aleandro Rosi non ha bisogno di presentazioni per chi conosce Roma e il suo calcio. Romano, romanista, cresciuto con Totti e De Rossi, lanciato da Luciano Spalletti, Rosi oggi osserva la Roma con occhi lucidi, passionali e critici. In questa intervista esclusiva rilasciata alla nostra redazione, l’ex difensore giallorosso racconta senza filtri cosa pensa del nuovo ciclo targato Gian Piero Gasperini, delle mosse di calciomercato della Roma, del ruolo di Claudio Ranieri, e del sogno mai sopito di rivedere Francesco Totti in società.

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Inoltre c’è spazio anche per temi profondi: il futuro della Nazionale italiana, dopo l’esonero di Spalletti e l’insediamento di Gattuso, il ricordo dell’esperienza con Luis Enrique ed il suo personale progetto: diventare allenatore, per trasmettere quei valori che il calcio moderno ha smarrito. Tutto raccontato da chi la Roma non l’ha solo indossata, ma l’ha incarnata.

Roma, Rosi su Gasperini: “Un sergente, un animale da campo. È il momento giusto per lui”

Leandro Rosi non ha dubbi: Gasperini è l’allenatore giusto per la Roma. “È un sergente, un animale da campo. La persona giusta al momento giusto”, afferma con decisione. Un giudizio che nasce dalla sua esperienza diretta: Rosi ha lavorato con il tecnico di Grugliasco nella stagione 2014-15, durante la sua parentesi al Genoa, vivendo sulla propria pelle metodi di lavoro duri, intensi, totalizzanti. “A Roma o fai bene, o fai bene. Non ci sono vie di mezzo”, aggiunge. “L’aspettativa è altissima, la piazza è esigente, ma credo che anche per Gasp sia arrivato il momento del salto di qualità in una squadra come la Roma.”

Gian Piero Gasperini e Claudio Ranieri in conferenza stampa alla Roma
Gian Piero Gasperini e Claudio Ranieri in conferenza stampa alla Roma (foto © Getty Images / AS Roma)

C’è però un passaggio chiave che secondo Rosi va gestito con intelligenza: il tempo. “L’aspettativa non deve diventare pressione negativa. Serve pazienza. Se si crea il meccanismo giusto, se nasce alchimia con i tifosi, allora si può innescare un loop virtuoso: la Roma diventa battagliera, il mister alza il livello e porta tutti a dare il massimo.” Ma il suo elogio non si ferma all’aspetto caratteriale. Rosi considera Gasperini anche un innovatore: “Negli ultimi dieci anni ha cambiato il calcio in Italia. Secondo me è uno dei pochi che ha rivoluzionato l’idea di giocare. Per filosofia e mentalità lo paragono a Guardiola.”

Roma, Rosi su Ranieri e Friedkin: “Scelte giuste. Totti in società? Sarebbe il sogno”

Scegliere Gasperini in panchina e confermare Ranieri nella struttura societaria è, secondo Aleandro Rosi, il segnale di una restaurazione profonda da parte della proprietà Friedkin. Un tentativo concreto di costruire una Roma finalmente vincente, non solo forte in campo, ma anche solida nelle fondamenta.

Rosi conosce bene Ranieri, lo ha avuto come allenatore, e non ha dubbi sul valore del suo operato: “Ranieri è un navigante di calcio. Più esperienza di lui, nessun dirigente ce l’ha in questo ambito. Gli faccio i complimenti per quello che ha fatto nella scorsa stagione. Ripartire dopo la situazione di Daniele De Rossi, l’esonero di Juric – che purtroppo era entrato in corsa – non era semplice. Ma sono stati bravi a raddrizzare un girone d’andata disastroso. Nel ritorno hanno perso solo una partita: quasi perfetto.” Ma lo sguardo di Rosi va oltre. Vede segnali di cambiamento concreti: “Oggi vedo una società che vuole ripartire. Stanno mettendo le persone giuste al posto giusto.

Totti e Ranieri si stringono la mano in abito elegante, evento ufficiale in notturna
Totti e Ranieri: stretta di mano tra due simboli giallorossi

E poi c’è il sogno. Quello che ogni romanista ha nel cuore, e che per Rosi ha un peso ancora più forte, perché lui l’ha vissuto davvero. “Il mio sogno sarebbe vedere Francesco Totti di nuovo dentro la Roma. Così come Daniele De Rossi. E magari anch’io. Sarebbe spettacolare.” Vedere Totti, fuori dalla società, rimane per molti qualcosa di strano: “Totti è la Roma. Uno così va tenuto dentro sempre. In qualsiasi ruolo. Sarebbe la ciliegina sulla torta.” Ma non è solo un discorso di cuore o di nostalgia. È questione di identità, di valori, di trasmissione culturale: “Servirebbe per far capire ai giovani cosa significa davvero la Roma. Per tramandare valori, sacrifici, appartenenza.

Rosi: “Soulé meglio di Dybala per il 3-4-2-1, serve un centrale e un centrocampista alla Ilicic”

La Roma è alla ricerca di una nuova identità. Con Gian Piero Gasperini in panchina, il mercato deve seguire una direzione chiara: costruire una squadra in grado di esprimere intensità, aggressività e verticalità. Tutto ruota intorno al suo sistema di gioco, e il nuovo direttore sportivo Massara dovrà modellare la rosa secondo queste esigenze. Rosi si dice fiducioso: Sono sicuro che il mister troverà la chiave per valorizzare al meglio i giocatori che faranno parte della prossima stagione.

Quanto al modulo, non ci sono sorprese: sarà 3-4-2-1. Un sistema che cambia le gerarchie, soprattutto in avanti. Per come gioca Gasperini vedo meglio Soulé rispetto a Dybala, ma il mister è talmente bravo che troverà sicuramente il modo di far coesistere anche Paulo in quel sistema. Il riferimento è chiaro: Gasperini predilige giocatori capaci di rompere le linee, accelerare e attaccare lo spazio.A lui piacciono quelli che strappano ribadisce Rosi. I modelli? Lookman o il Papu Gomez dei tempi migliori: giocatori rapidi, imprevedibili, che spaccano le partite. In quel ruolo vedrei bene Soulé. Ha grande prospettiva ed è giovane.”

Soule con la maglia della Roma
Soule con la maglia della Roma

In difesa, il punto fermo è Mancini, ma l’addio di Hummels lascia un vuoto da colmare subito. Serve un altro centrale affidabile sottolinea Rosi, indicando in Tagliafico uno dei profili più interessanti: duttile, esperto e già abituato a contesti di alto livello. Il discorso passa al centrocampo: “Lui vuole un centrocampista come De Ketelaere o alla Ilicic. Uno grosso ma tecnico, che si inserisce, che ha fisico ma sa giocare. Pellegrini ci può stare, ma non ha la fisicità di Ilicic.” Poi un altro concetto chiave: Se prendi giocatori già abituati al calcio del Gasp, parti in vantaggio.”

Nel frattempo per le trattative Wesley e Richard Rios sono giorni sempre più caldi. Profili nuovi per la Serie A, ma perfetti per essere trasformati dal lavoro di Gasperini, proprio come successo con Gosens ed Ederson all’Atalanta. In particolare su Rios, Rosi si esprime con cautela ma fiducia: Non lo conosco direttamente, ma mi sembra forte. Ha qualità, può diventare importante per la Roma.

Rosi: “Scudetto? Sarebbe un sogno. La Roma può essere la sorpresa. Il Napoli di Conte resta la favorita”

Rosi non ha dubbi: la Roma può tornare grande, e l’augurio è che lo faccia presto. Le fondamenta, secondo lui, sono già state messe. L’arrivo di Gasperini in panchina e la presenza di una figura come Claudio Ranieri in società rappresentano una garanzia: c’è finalmente un progetto serio e orientato alla vittoria. Auguro alla Roma di vincere il campionato, come ha fatto il Napoli. Sarebbe un sogno.Per Aleandro, il trionfo partenopeo non è stato un colpo di fortuna, ma il frutto di un percorso ben costruito. “Stanno già preparando il secondo anno, hanno preso Kevin De Bruyne. Non è un caso.”

Ed è proprio osservando questi modelli che Rosi vede per la Roma un potenziale enorme: Se prendi Ranieri e Gasperini, significa che vuoi costruire qualcosa di vincente. Certo, tornare a vincere non sarà facile. La concorrenza è feroce. Eppure, tra le favorite, Rosi non esclude una sorpresa: Il Milan di Allegri colmerà il gap, ma ad oggi la squadra da battere resta il Napoli. La Roma potrebbe essere l’outsider.”

Rosi sulla Nazionale: “Spalletti da ringraziare, Gattuso ha il fuoco, Baldini l’uomo giusto per l’Under 21”

Parlando della Nazionale, Rosi non nasconde l’amarezza per il terremoto che ha stravolto la panchina azzurra. Luciano Spalletti per lui non è un nome qualsiasi: è l’allenatore che lo ha lanciato nel calcio dei grandi, quello che per primo ha creduto in lui. Devo dirgli grazie. Ci siamo ritrovati anni dopo in un’amichevole tra Perugia e Napoli e abbiamo parlato per un’ora e mezza, come se il tempo non fosse mai passato.” L’addio al CT è un dispiacere, e lo dice senza giri di parole: Quando uno viene mandato via c’è sempre rammarico. E chi meglio di lui avrebbe potuto costruire un’Italia competitiva?”

Luciano Spalletti in conferenza stampa
Luciano Spalletti in conferenza stampa

Ma Rosi non resta ancorato al passato, anzi. Intravedere in Gattuso una possibile svolta gli viene naturale Ha fuoco dentro. Può ridare ai giocatori quell’energia e quella grinta che oggi mancano. E lo sguardo si allarga anche all’Under 21, ora affidata a Silvio Baldini, tecnico che Rosi ha conosciuto a Perugia: È l’uomo giusto per trasmettere valori. Ti fa capire che quella maglia è un privilegio. E forse è proprio questo il punto da cui ripartire: ritrovare un vero senso di appartenenza.”

Rosi racconta Luis Enrique: “Aveva tutto per diventare quello che è oggi”

Aleandro racconta il rapporto speciale costruito con Luis Enrique, ai tempi dello spagnolo sulla panchina della Roma, nella stagione 2011-2012. Una figura che, pur senza aver ottenuto i risultati sperati, ha lasciato un’impronta profonda su chi lo ha vissuto da vicino. Non sorprende, quindi, che Rosi non sia affatto stupito da quanto l’ex Barcellona stia facendo oggi con il Paris Saint-Germain. Merita tutto il successo che sta avendo. Allena una delle squadre più forti al mondo, ed è una persona davvero umile e per bene.

Totti e Luis Enrique
Totti e Luis Enrique

Nonostante i duri colpi personali che lo hanno segnato negli ultimi anni, Rosi lo descrive come una presenza solida e determinata: È una persona forte, che non si abbatte mai. Sa il fatto suo e va avanti con le sue idee, sempre per la sua strada. Già alla Roma aveva dimostrato carattere e visione, anche se i risultati sul campo non furono dalla sua parte. Era innovativo, aveva tutto per diventare ciò che è oggi. Ma Roma non aspetta. Da questo punto di vista siamo una delle piazze più difficili al mondo.” E chiude con una riflessione che vale come augurio: “Per come è fatto, per la sua professionalità, per la capacità di resistere nelle difficoltà, Luis Enrique è uno che nel calcio ci deve stare. Merita ciò che sta costruendo e spero possa continuare a scrivere la sua storia.”

Rosi: “Mi vedo allenatore, ispirato da Gasperini e Conte”

C’è un filo che attraversa tutta la carriera di Aleandro Rosi: il sacrificio, l’identità, la volontà di lasciare un’impronta. E forse è proprio per questo che oggi guarda avanti con un’idea chiara: sedersi in panchina. “Mi vedo allenatore. Mi piacerebbe trasmettere due o tre concetti importanti, creare un gioco semplice ma propositivo, cercando l’aggressione in avanti.” Un calcio diretto, coraggioso, come quello dei modelli a cui si ispira: Conte e Gasperini. “Fare anche solo una parte di quello che hanno fatto Gasperini o Conte sarebbe un sogno.”

Nel profondo, resta un rimpianto: non aver mai indossato la maglia della Nazionale maggiore. “È un sogno che non ho mai raggiunto da calciatore…”, ammette. Ma non è un punto d’arrivo mancato. È un traguardo solo rimandato: “…magari ci arriverò da allenatore.” Una strada nuova, ma che per Rosi avrà lo stesso obiettivo di sempre: “Spero che inizi a ribattermi il cuore.”

Rosi: “La Roma è vita. Il calcio per me è passione e fuoco. Oggi manca fame e voglia di arrivare”

Il calcio è stato un amore viscerale, un fuoco che ha accompagnato Aleandro Rosi fin da bambino. La Roma per me è vita. Ho vissuto il sogno di tutti. Lo dice con gratitudine sincera, pensando a ogni sacrificio fatto per arrivare fin lì: Il calcio per me è passione, disciplina, fuoco. Ringrazio Dio per aver fatto parte di questa famiglia. Cresciuto tra quartiere, polvere e sacrifici, Rosi ha conosciuto la strada vera: quella dei campi in terra, delle pozzanghere, della palla che non rotola. E proprio lì, in mezzo alle difficoltà, si formava la fame. Io sognavo. Stavo in panchina e mi dicevo: devo fare di tutto per mettermi in mostra. Giocavo coi campioni, avevo paura pure a parlarci. È lì che nascono umiltà, regole, rispetto.

Oggi, invece, secondo lui qualcosa si è perso. Tutto è più semplice, più comodo. Manca la fame, manca quella voglia disperata di arrivare. Non ci si sporca più neanche col fango sotto gli scarpini. Quel gesto antico — pulirli col grasso a fine allenamento — era già amore per il gioco. E Rosi lo sa: è proprio quella semplicità, quel senso di appartenenza e sacrificio, che faceva la differenza. E che oggi, purtroppo, è diventata merce sempre più rara.

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Laureato in Economia Aziendale, diplomato in Giornalismo Sportivo. Sono cresciuto sognando di raccontare il calcio e il tennis. Scrivere di sport non è solo una passione: è il mio modo di vivere. Raccontarlo con lucidità e sentimento è la mia missione. Ogni atleta ha una storia che merita di essere raccontata. Io voglio essere quella voce.
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