Il progetto del nuovo stadio della Roma a Pietralata va avanti, ma i tempi rischiano di allungarsi ulteriormente.
A parlarne è stato Andrea De Angelis a Radio Romanista: “C’è un aggiornamento dei tempi: da febbraio la deadline si è spostata ad aprile perché ci si è resi conto che gli scavi archeologici che si era deciso di rinviare non possono essere rinviati perché rientrano nelle prescrizioni. Non si può decidere di rinviarli ma bisogna farli e ancora non sono stati fatti ancora. Aprile è più un’aspettativa perché ci vuole un mesetto per fare gli scavi, andavano iniziati questa settimana ma il tempo e la pioggia non aiutano. Un paio di settimane per aggiornare il progetto inevitabilmente serviranno e si va a fine aprile ma è una speranza. In questi mesi la deadline è stata spostata più e più volte: arriviamo a fine aprile a due anni dalla delibera di pubblico interesse, quindi il rischio è che un progetto definitivo, che ha avuto intoppi di diverso tipo, con sicuramente diversi ritardi di cui alcuni preventivabili alla Roma“.
“Si rischia di andare verso il 2029/2030”
De Angelis ha parlato del motivo del ritardo: “Assolutamente non politico né tecnico. Non ci sono problemi per cui non sono stati fatti questi scavi. Non sono stati datti e basta. Gli scavi erano lì da fare ma non sono stati fatti per un ritardo imputabile, in questo senso, alla Roma. Pesa anche il fatto che per la Roma non c’è chi ne parli“.
Sul fatto che il ritardo dipenda anche dall’assenza del CEO: “Sì, i due precedenti CEO della Roma gestivano in prima persona il progetto stadio. I rilievi di cui parliamo non costano poco, dipende poi dai tempi in cui si vogliono realizzare ma parliamo comunque di centinaia di migliaia di euro. Questi soldi qualcuno deve decidere di spenderli, ad oggi sicuramente c’è chi può firmare al posto del CEO, ma può prendere la decisione di spendere questi soldi su un bilancio già in rosso, o deve rivolgersi a qualcun altro in società? Io credo ci siano questi problemi comunicativi tra Roma e Houston che rischiano di fare ritardi molto gravi“.
Infine, sulla possibilità di inaugurazione nel 2028: “Gualtieri ha detto più volte che la Roma dovrà giocare nel nuovo impianto nell’anno del centenario, 2027. Adesso lui, Infantino, Ceferin e il presidente della Serie A hanno detto 2028. Io temo che sia una speranza e non una certezza. Un mese di ritardo nella presentazione del progetto non corrisponde per forza ad un mese di ritardo nell’inaugurazione, possono essere anche 3-4. Si rischia di andare piuttosto verso il 2029-30. Poi io continuo a dire che la cosa più importante, da non dimenticare mai, ci deve essere l’approvazione del progetto definitivo e la conclusione dell’iter burocratico, l’avvio dei lavori entro l’autunno 2026, perché poi si aprono le elezioni per il nuovo sindaco e il rischio è che cambiando il sindaco cambino anche i paradigmi su cui è stato messo in piedi. Se cambia il sindaco può cambiare tutto, bisogna arrivare alla chiusura del progetto con questo sindaco“.