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Alla scoperta di Wesley França: perché serve a Gasperini?

Wesley França: esterno destro brasiliano classe 2003, corsa e aggressività da tutta fascia. La Roma lo sceglie per Gasperini: strappi, pressing alto e margini enormi, ma da rifinire in marcatura.

Daniele Fazioli
7 min di lettura

L’operazione è praticamente ai dettagli finali: con Emerson Royal che ha detto sì al Flamengo, dopo il passo indietro nella nottata di ieri al Besiktas, il club carioca ha finalmente il sostituto e può dare il via libera alla cessione di Wesley França alla Roma. È il tassello che mancava per sbloccare un affare inseguito da settimane a Trigoria.

Una esplicita richiesta di mister Gian Piero Gasperini che dal giorno del suo arrivo a Trigoria, o forse già prima, ha indicato subito Wesley come la priorità per la fascia destra del suo sistema aggressivo e verticale convincendo la dirigenza giallorossa a spingersi con un’offerta da oltre 25 milioni di euro.

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Chi è Wesley França: profilo tecnico-tattico

Wesley è un esterno destro aggressivo, giovane, con tanta corsa nelle gambe. Destro naturale, ama partire largo ma non ha paura di stringere dentro il campo, dove può combinare e poi aprire il campo con un cross teso o un passaggio rasoterra all’indietro. Non è uno che si accontenta del compitino: se vede spazio, strappa palla al piede con una corsa di gamba che alla Roma manca dai tempi di Maicon.

Wesley, Flamengo
Wesley, Flamengo

Fisicamente è elastico, lungo nella falcata, con quella accelerazione che in Serie A può diventare letale per ribaltare il campo con pochi tocchi, tipico del calcio Gasperiniano. In difesa è coraggioso, a volte forse troppo: morde alto, rischia l’anticipo, e ogni tanto lascia un brivido lungo la schiena dei tifosi della sua squadra concedendo troppo campo scoperto alle sue spalle.

I punti di forza

La prima cosa che colpisce è la progressione palla al piede: accelera, strappa metri e rompe linee, dote che in Serie A e nel calcio verticale di Gasperini è fondamentale per ribaltare il campo. Atleticamente è un esterno a tutta fascia: sprint ripetuti, andata-ritorno senza perdere lucidità, uno stantuffo che riporta in mente un pendolino che ha fatto le fortune della Roma e non solo come Cafù.

Cafu ex giocatore della Roma
Cafu ex giocatore della Roma

Nell’uno contro uno è pulito (primo controllo orientato, dribbling secco) e crea superiorità anche da fermo. Ha l’istinto di accorciare in avanti nel pressing: nel sistema a uomo di Gasp, se ben inserito nei meccanismi, può diventare devastante. A quasi 22 anni è ancora un prospetto in evoluzione, con ampissimi margini tecnici che la Serie A e soprattutto la preparazione tattica di Gasperini può affinare.

Dove deve migliorare

Il suo tallone d’Achille emerge quando la palla è dall’altra parte del campo rispetto a lui: tende a distrarsi, perde di vista uomo e pallone e arriva in ritardo sul secondo palo o sui calci piazzati. L’anticipo in avanti è la sua firma, ma anche un rischio: se parte dritto col corpo, basta una finta per metterlo fuori tempo. In uscita bassa ama portare palla verso il centro, scoperta, e contro le squadre che pressano bene può essere un rischio. Nell’ultimo passaggio produce tanti cross su cui deve migliorare la percentuale di riuscita.

Nei duelli statici e nei colpi di testa è più rapido che potente: se non parte prima, può perdere posizione. L’aggressività, infine, a volte sconfina in falli inutili. In sintesi: l’energia e il coraggio non gli mancano, ma deve imparare a scegliere meglio tempi e posizioni per diventare davvero affidabile. E siamo sicuri che con Gasperini saprà migliorare e in fretta.

Gasperini e Wesley: un matrimonio naturale?

Sì e parecchio. Nel consueto 3-4-2-1 di Gasperini, Wesley è l’esterno destro che garantisce ampiezza, spinta costante, pressione alta e recuperi all’indietro senza fiatare. In possesso lo immagini larghissimo per allungare la difesa, pronto a ricevere sul piede forte e puntare l’uomo; ma, quando il “braccetto” di destra sovrappone all’esterno, sa tagliare dentro con tempi perfetti, rispettando quegli schemi codificati che il Gasp pretende al millimetro.

Gian Piero Gasperini a Trigoria
Gian Piero Gasperini a Trigoria

Senza palla, quando la Roma andrà a uomo, entrerà aggressivo sul portatore avversario. La vera scommessa sta nel convertire il suo istinto in disciplina tattica: con Gasperini o impari alla svelta, o finisci presto in panchina a rivedere i tuoi stessi errori. Wesley il motore ce l’ha; adesso deve solo imparare a guidarlo come vuole la Roma.

Perché alla Roma serviva proprio uno così

Negli ultimi anni, a destra, la Roma ha alternato profili affidabili ma non sempre esplosivi. Con Wesley alzi il livello di atletismo, profondità e coraggio palla al piede. È un investimento anche di prospettiva: prendi un classe 2003 e lo metti nelle mani di uno degli allenatori più esigente d’Italia quando si parla di esterni che già lo voleva ai tempi dell’Atalanta. Se cresce come Gasperini pretende, Wesley diventerà un titolare per anni e un asset che, tra qualche stagione, può valere molto di più.

La sfida personale di Wesley

Passare dal Brasile (campionato non noto per i suoi dettami tattici) alla Serie A, e farlo dentro uno dei sistemi più tatticamente stressanti del campionato, non è una passeggiata. Wesley dovrà studiare: posizioni, rotazioni, riferimenti a uomo; capire che qui non basta correre forte ma bisogna correre bene. Dovrà perfezionare i dettagli difensivi, soprattutto sul lato debole.

E poi servirà alzare la qualità nell’ultimo terzo di campo: non più solo volume di cross o conduzioni istintive, ma scelte giuste, tempi corretti, lucidità. La buona notizia, per Gasperini e per la Roma, è che Wesley sembra estremamente motivato e voglioso di abbracciare Trigoria: arriva con la fame di chi vuole dimostrare subito di poter stare a questi livelli. Se riuscirà a mettere insieme tutto questo, il tecnico avrà davvero il suo esterno ideale: uno che corre, aggredisce, ribalta le partite, anche da solo.

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Cresciuto a pane e Roma, ho sempre sognato di raccontare la mia squadra del cuore. L’amore per i colori giallorossi è nato sugli spalti e cresciuto tra righe e parole: oggi, quel sogno di raccontare la mia passione prende forma scrivendo della Roma, per la Roma.
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