Pellegrini di nome e di fatto, destino segnato per il capitano: e Soulé dov’è?

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Lorenzo Zucchiatti
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Lorenzo Pellegrini, Roma

Andate alla ricerca, in qualche lontano cassetto o ripiano di casa vostra, del caro e vecchio vocabolario della Treccani. Toglieteli il fisiologico strato di polvere superficiale, apritelo e andate sotto il termine “pellegrino”. Soffermandovi sul significato in senso lato di tale parola noterete che fa riferimento a persona viandante, che va errando qua e là, o ancora forestiera, straniera, estranea al luogo e al tempo presente. Una definizione effettivamente calzante per questa Roma, una squadra che vaga per il campionato in balia degli eventi, come fosse appunto un corpo estraneo alla Serie A.

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Gara con il Napoli che è stata un elogio alla mediocrità, buona per frasi come “l’atteggiamento è stato giusto”, “abbiamo perso di un solo gol”, “la strada è lunga”, ma la realtà è ben altra. Una squadra di Pellegrini insomma, di nome e di fatto, perché simbolo di quest’arrendevolezza e senso di spaesamento è proprio il suo numero 7, un giocatore le cui speranze di rinascita sono ridotte all’osso. Non l’unico a deludere, con la trequarti che è tutta da mettere in croce, ma tra rabbia dei tifosi e rinnovo sempre più lontano, il destino del capitano giallorosso appare segnato.

Pellegrini spento: addio alla Roma in vista

Ha provato Ranieri a difenderlo in conferenza stampa, parlando di un romanista che va aiutato nella difficoltà, ma neanche le dichiarazioni di un totem giallorosso come lui sono servite. I social si sono scatenati contro Pellegrini dopo il Napoli, ma al di là dell’opinione popolare, sono anzitutto i numeri a fotografare presente e probabile futuro del giocatore: in 15 gare tra campionato ed Europa, per un totale di 995′, 2 assist e 0 gol, e solo nel lontano 2017 aveva atteso la 15ª giornata per sbloccarsi in Serie A.

Se a ciò aggiungiamo pochissime giocate rilevanti, errori tecnici e spezzoni di gara dove quasi ci si dimentica della sua presenza in campo, il posto da titolare è a rischio, e a dirlo sono i suoi allenatori: dopo tante parole al miele, Mourinho gli stava preferendo Bove poco prima di essere esonerato; De Rossi lo aveva lasciato in panchina nella sua ultima a Genova, e un motivo c’era vista la leggerezza che costò il pareggio; anche Juric stava facendo scelte diverse, e a Ranieri, nonostante l’ovvia stima, sono bastati 45′ di nulla cosmico per convincerlo a toglierlo all’intervallo a Napoli (solo 13 palloni toccati).

Il tema non è più quello di un Pellegrini poco leader o in conflitto con la tifoseria, ma quello di un giocatore che, in campo, non fa il bene né della squadra né il suo. Ecco che i discorsi sul possibile addio alla Roma si fanno sempre più concreti: il contratto scade a giugno 2026, e ciò vuol dire che o sarà rinnovo entro la prossima estate o le strade si separeranno. La prima opzione però non è per ora mai stata presa in considerazione dal club, dato il rapporto costi-rendimento estremamente negativo. Pochi mesi per far ricredere tutti, ma serve una svolta al momento impronosticabile.

Trequarti thriller e un Soulé da recuperare

Pellegrini dunque l’emblema della Roma in crisi, ma trattasi di una squadra più in generale priva di fantasia, con una trequarti thriller che sta mancando clamorosamente: in Serie A, tra il capitano, Dybala, Soulé e Baldanzi, sono arrivati 4 gol e 2 assist, da giocatori fondamentali che hanno tutti avuto, chi più chi meno, un buon minutaggio. Abbiamo parlato sia del numero 7 giallorosso che della Joya in altre occasioni, e ci si aspetta sicuramente uno step di maturità in più dall’ex Empoli, ma chi sorprende di più è sicuramente un Soulé da 1 gol in 12 presenze e privo di quella qualità e spavalderia viste a Frosinone.

A Napoli, prendendo in causa anche Le Fée, sono rimasti in pancina per tutti i 90′ circa una cinquantina di milioni spesi quest’estate, e riecco dunque il tema di un mercato mal gestito e pensato con una allenatore rinnovato a giugno ed esonerato dopo 4 gare. Da Soulé preso senza riuscire a vendere la sua versione plus Dybala ad un Le Fée non necessario visto un Pisilli già pronto in casa, fino all’emergenza esterni data anche dagli oggetti misteriosi Dahl e Abdulhamid.

Dopo i quasi 30 milioni spesi tra parte fissa e bonus, ed un contratto fino al 2029, è evidente come recuperare il buon Matias è una priorità assoluta per il club, e a Londra contro il Tottenham ci sarà una nuova occasione, probabilmente da titolare. Non l’appuntamento più facile per risorgere, tanto per lui quanto per una Roma sulla quale è al momento difficile riporre fiducia.

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