La Roma si appresta a vivere una delle serate più importanti della stagione, un crocevia fondamentale non solo per il percorso europeo, ma anche per il futuro del club e le ambizioni della squadra. Dopo i due successi consecutivi esterni in Serie A, che hanno dato slancio alla corsa per un piazzamento europeo, i giallorossi vogliono ora provare a mettere un’ipoteca sulla qualificazione agli ottavi di Europa League, partendo da una prestazione solida in casa del Porto. L’obiettivo è quello di ribaltare una statistica negativa: la Roma, nelle trasferte europee della fase a eliminazione diretta, ha raccolto solo due vittorie dal 2022 a oggi.
Tenuta mentale
Adesso, la Roma di Ranieri ha bisogno di una prova di maturità per dimostrare di poter competere anche lontano dall’Olimpico. L’allenatore romano, che tornò sulla panchina giallorossa proprio dopo una sconfitta contro il Porto nel marzo 2019, ha ridato solidità e fiducia alla squadra in campionato, raccogliendo risultati importanti e mostrando una media da secondo-terzo posto nelle ultime otto giornate. Tuttavia, resta ancora da risolvere il problema delle prestazioni fuori casa. La Roma ha vinto a Udine e Venezia grazie a tre rigori complessivi, ma ha anche subito sconfitte pesanti contro Como, Az Alkmaar e Milan, abbassando il livello del proprio gioco nelle trasferte più complicate.
La chiave del match sarà trovare il giusto equilibrio tra solidità difensiva e cinismo in attacco. In una sfida a eliminazione diretta, basta segnare un gol in più dell’avversario per qualificarsi. Lo scorso anno, la Roma superò il Feyenoord ai calci di rigore, dimostrando che anche la tenuta mentale e la capacità di reggere la pressione possono fare la differenza. La difesa sarà quindi un fattore decisivo: riuscire a uscire indenni dal Do Dragão sarebbe già un risultato positivo, considerando il ritorno da giocare in casa davanti a un Olimpico che nelle serate europee sa essere un fattore determinante.
Porto in fase di transizione
Dall’altra parte, il Porto non arriva nel suo miglior momento. Il club portoghese sta vivendo una stagione al di sotto delle aspettative, con il nuovo presidente André Villas-Boas che ha avviato un ciclo di transizione dopo l’addio di Sérgio Conceição. La scelta dell’allenatore, Vítor Bruno, si è rivelata sbagliata e il tecnico è stato esonerato il 20 gennaio dopo la sconfitta contro il Gil Vicente. Il suo sostituto, l’argentino Martín Anselmi, è alla prima esperienza in Europa e sta ancora cercando di dare una nuova identità alla squadra. In campionato, il Porto è terzo a otto punti dalla capolista Sporting e non vince dal 28 dicembre, con un bilancio di due sconfitte e tre pareggi nelle ultime partite.
A complicare ulteriormente la situazione, il mercato di gennaio ha portato via due pedine fondamentali: Nico González e Galeno, venduti per un totale di 110 milioni di euro. Cessioni che, se da un lato hanno rafforzato le casse del club, dall’altro hanno indebolito la squadra sul piano tecnico. Per la Roma, affrontare un Porto in difficoltà potrebbe essere un’occasione da non sprecare, anche se la storia degli scontri diretti non è dalla parte dei giallorossi. In sei precedenti tra le due squadre, il Porto ha sempre avuto la meglio, eliminando la Roma in tre occasioni: negli ottavi di Coppa delle Coppe 1981/1982, nei playoff di Champions League 2016/2017 e negli ottavi di Champions League 2018/2019.
I migliori undici
Ranieri vuole scrivere un finale diverso e per farlo si affiderà ai suoi uomini migliori. L’attacco sarà guidato da Paulo Dybala, chiamato a essere decisivo anche in Europa dopo aver già dimostrato il suo valore in Serie A. L’argentino sta bene, ha voluto giocare contro il Venezia per aiutare la squadra e ora punta a essere protagonista anche in questa doppia sfida europea. Accanto a lui ci sarà Artem Dovbyk, che ha bisogno di sbloccarsi in campo internazionale per confermare la sua crescita.
Il centrocampo titolare sarà composto da Saelemaekers, Paredes, Koné e Angeliño, con Pisilli a occupare il ruolo di trequartista in un sistema che può variare tra il 3-5-2 e il 3-4-2-1. In difesa, Ranieri schiererà il trio collaudato con Hummels al centro, affiancato da Mancini e Ndicka, davanti a Svilar. Dalla panchina, il tecnico potrà contare su alternative di esperienza come Pellegrini, Cristante ed El Shaarawy, oltre ai giovani talenti Baldanzi e Soulé, pronti a dare freschezza nel finale. Shomurodov sarà l’alternativa per l’attacco, mentre Celik e Nelsson offriranno opzioni per la difesa.
Ranieri, che ad eccezione di Rensch ha tutta la lista UEFA a disposizione, sa che questa sfida rappresenta anche una grande occasione personale. Sono passati 21 anni dall’ultima volta in cui è riuscito a superare un turno a eliminazione diretta in una competizione europea: era il 2004, quando il suo Chelsea eliminò il Valencia. Da allora, tante delusioni e un tabù da sfatare.
La Roma arriva a questa partita con grande motivazione e la consapevolezza che il percorso in Europa League può essere una strada alternativa per raggiungere l’obiettivo Champions League. Il primo ostacolo è il Porto, un avversario ostico con un passato sfavorevole, ma con i giusti accorgimenti tattici e una prestazione di carattere, i giallorossi possono mettere le basi per un passaggio del turno che sarebbe fondamentale per il presente e il futuro del club.