Sono tanti i temi che si stanno trascinando nel post derby, alcuni positivi ma anche tanti che lasciano perplessi, per una Roma dalla quale ci si aspettava sicuramente di più. Un Svilar diviso tra rinnovo e mercato si è come al solito preso la scena, evitando una sconfitta che era nell’aria, ma nella produzione del gioco è mancata lucidità e soprattutto quel coraggio necessario ad azzannare la partita, contro un avversario con il quale il compitino non era sufficiente. Sul banco degli imputati anche un Dovbyk decisamente incostante nella sua prima stagione italiana.
16 gol e 4 assist in 41 partite stagionali fin qui non sono uno score da buttare, anche rispetto ad altri bomber che, alla loro prima esperienza nel Bel Paese, aveva fatto peggio, ma ogni volta che il salto di qualità è nell’aria l’ucraino toppa. Sicuramente il lavoro spalle alla porta che Ranieri gli chiede, legittimamente per le doti fisiche che ha, non è stato ancora assimilato a dovere, ed anche nel derby è sembrato un pesce fuor d’acqua, incapace di aiutare la squadra a salire e di rendersi pericoloso.
A Fantacalcio.it, ci è andato pesante Riccardo Trevisani, noto telecronista ed opinionista che ha parlato così dell’ex Girona: “Non è un giocatore bello da vedere, se non riesce a fare gol raramente è utile per la squadra. Ci sono attaccanti che fanno buone partite anche se non segnano, ma lui non rientra in quella categoria. Shomurodov ha fatto meglio di Dovbyk nel derby. La cosa in generale che mi irrita è che è un metro e 90 per 90 chili e non vince un contrasto. Non fa una spallata e non c’è un avversario che è preoccupato dalla sua presenza, ha un fisico da bestia e non è normale”.
Che succede in estate?
Una vera e propria sentenza quella di Trevisani, e in effetti contro la Lazio sono davvero poche le situazioni in cui Dovbyk ha avuto la meglio sui difensori biancocelesti. Una domanda è legittima: cosa accadrà all’ucraino in estate? Ovvio che per qualsiasi tipo di discorso definitivo si dovrà capire chi siederà sulla panchina della Roma, ma è facile pensare che l’attaccante ’97 rimarrà nella capitale. Il gol ha comunque dimostrato di averlo nelle sue corde, e dopo i 36 milioni spesi un anno fa (tra fisso e bonus) per prelevarlo dal Girona non avrebbe senso svenderlo. L’augurio è quello di un Dzeko 2.0.
