Dopo mesi di speculazioni, voci, fake news e trattative, la Roma ha scelto Gian Piero Gasperini come nuovo allenatore. L’annuncio è arrivato solo la scorsa settimana, ma il tecnico piemontese è sempre stato la prima scelta del club capitolino, voluto fortemente da Claudio Ranieri. Una volta risolto il contratto con l’Atalanta, Gasp si è legato ai colori giallorossi con un contratto triennale da oltre 4,5 milioni di euro a stagione.
Gasperini si è distinto nel corso del suo percorso a Bergamo, portando un piccolo club di provincia ai vertici del calcio italiano ed europeo. Eppure, la scelta della Roma rimane coraggiosa: sia dal punto di vista ambientale – il tecnico non è ben visto da una parte della tifoseria – sia tecnico, con l’allenatore chiamato ora a dimostrare di poter ottenere risultati anche fuori da Bergamo. L’obiettivo è chiaro: centrare la qualificazione in Champions League, per poi puntare ancora più in alto nella stagione del centenario.
La carriera di Gasperini
Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Gasperini ha cominciato ad allenare nelle giovanili della Juventus. Nel 2003 ha accettato la panchina del Crotone, centrando subito la promozione dalla C1 alla B tramite i playoff. Dopo una stagione complicata nel campionato cadetto, con esonero e successivo ritorno in panchina, ha conquistato la salvezza e poi sfiorato i playoff l’anno seguente.
Nel 2006 è arrivata la chiamata del Genoa. Con Preziosi in cabina di regia e un organico ambizioso, ha ottenuto la promozione in Serie A, chiudendo terzo in una Serie B post-calciopoli dominata da Juventus e Napoli. Alla prima stagione in A ha guidato il Genoa al decimo posto, l’anno successivo ha conquistato un sorprendente quinto posto e l’accesso in Europa League grazie agli arrivi di Thiago Motta e Diego Milito. Dopo l’eliminazione ai gironi nella stagione seguente e una partenza difficile nel 2010/11, è stato esonerato.
La prima grande occasione è arrivata con l’Inter nell’estate del 2011. Ma l’esperienza è durata appena 78 giorni: un pareggio (proprio contro la Roma a San Siro) e quattro sconfitte. Un’altra parentesi sfortunata anche a Palermo, prima di tornare al Genoa nel 2013. Dopo un sesto posto nel 2014/15 senza partecipazione europea per motivi amministrativi, ha lasciato il club ligure nel 2016..
Alla guida dell’Atalanta è diventato leggenda. Nel giro di pochi anni, Gasperini ha portato la Dea stabilmente in Europa (cinque qualificazioni in Champions League negli ultimi sette anni) e ai vertici del campionato italiano. Nella stagione 2023/2024 è arrivato il primo trofeo da allenatore, con il trionfo in Europa League in finale contro il Bayer Leverkusen. Adesso si apre il nuovo capitolo alla Roma.
Come giocherà la Roma di Gasperini
Alla Roma, Gasperini ripartirà dalla difesa a 3, suo marchio di fabbrica fin dai tempi del Crotone. Infatti, il tecnico piemontese è stato il primo in Italia a portarla ad un livello così alto e in molti hanno seguito le sue tracce. Il modulo sarà il 3-4-2-1, già noto a Trigoria. Il grande stravolgimento, però, sarà nel gioco che l’allenatore darà alla squadra, chiamata ad assimilare una nuova – e chiara – identità .
Il gioco di Gasperini è orientato all’attacco, basata su pressing feroce, marcature a uomo, intensità e ricerca dei duelli individuali. “Il pressing, Andare sull’avversario. Non aspettare di perdere palla, ma di andarla a riconquistare“. Queste le parole del Gasp ai canali ufficiali del club, che rendono bene l’idea del suo gioco.
Anche in fase di possesso palla, l’Atalanta di Gasperini aveva uno stile di gioco chiaro. A turno, uno dei due mediani scendeva spesso sulla linea difensiva per impostare, permettendo ai braccetti di alzarsi per creare superiorità sulle fasce. I quinti avevano compiti cruciali: allargare il campo, creare spazi, offrire profondità e servire cross per gli attaccanti esterni. Il gioco di Gasperini esige tempi perfetti, automatismi e gamba.
I giocatori da cui ripartire
Gasperini eredita alla Roma una base solida, che avrà poi bisogno di inevitabili ritocchi. Il primo nome è quello di Mile Svilar, nominato miglior portiere del campionato e reputato fondamentale dal tecnico per il nuovo progetto. Vanno avanti i discorsi per il rinnovo, con il club che ha migliorato l’offerta. In difesa, i due inamovibili sono Gianluca Mancini ed Evan N’Dicka.
A centrocampo, il nuovo corso passerà da Manu Koné, uno dei migliori acquisti della scorsa stagione e titolare nella nazionale francese, da Niccolò Pisilli, in rampa di lancio, e da Lorenzo Pellegrini, attualmente infortunato e chiamato a riscattarsi riscattarsi dopo una stagione opaca. Bryan Cristante resta in bilico, ma la stima di Gasperini (con cui ha vissuto la miglior stagione in carriera) potrebbe pesare nella decisione finale.
Davanti, confermatissimo Matias Soulé, trascinatore del finale di stagione, e ovviamente Paulo Dybala, da cui passeranno le fortune del nuovo attacco. El Shaarawy potrà restare come jolly, mentre Dovbyk rappresenta un’incognita. Nel corso della sua esperienza all’Atalanta, Gasperini ha lavorato con attaccanti diversi, ottenendo sempre grandi risultati. Anche l’ucraino potrebbe beneficiare della nuova gestione, ma non è escluso che Gasp voglia un altro tipo di centravanti.
Cosa serve dal mercato
Ora, per Florent Ghisolfi e la famiglia Friedkin è tempo di costruire una squadra ad immagine e somiglianza di Gasperini. Da sempre, il motore del 3-4-2-1 del Gasp sono i quinti e le corsie esterne saranno rivoluzionate. Angelino è in uscita, Saelemaekers rientrerà al Milan, Rensch è ancora acerbo, Celik e Abdulhamid potrebbero partire. Ghisolfi dovrà acquistare due esterni completi, forti fisicamente, capaci di attaccare, difendere e crossare.
Un nome caldo è quello di Robin Gosens, ex pupillo di Gasperini. Dopo un periodo difficile all’Inter, ha dimostrato tra Berlino e Firenze di essere ancora decisivo (7 gol in stagione, con Gasperini arrivò a 12). L’identikit è chiaro: giocatore forte fisicamente, capace di attaccare e difendere, con fiuto per il gol e capacità di servire gli attaccanti crossando. Altro profilo richiesto: un esterno offensivo simile a Lookman.
Servirà anche un difensore centrale: il nome in cima alla lista è Jhon LucumÃ, con Kossounou e Balerdi sullo sfondo. Da valutare anche il ritorno di Kumbulla, reduce da un’annata positiva in prestito all’Espanyol. In attacco, si pensa al clamoroso ritorno di Gianluca Scamacca, che sotto la gestione Gasperini ha disputato la migliore stagione della carriera con 19 gol, prima di essere frenato dalla rottura del legamento crociato del ginoccio.
Friedkin, fai grande la Roma
Ora la palla passa a Dan Friedkin. Il presidente della Roma ha commesso errori in questi anni, affidandosi a figure sbagliate, ma il suo impegno non è mai mancato. La scelta di Gasperini è un segnale forte, ma non basta: servono investimenti e una visione chiara. Per il bene della Roma.