Dal caos alla pace dei sensi: la controversa doppia faccia della Roma

Lorenzo Gulino
8 min di lettura

Un inizio stagione da rivedere, su questo non c’è dubbio. Una Roma che si trova al decimo posto in classifica, ma che alle spalle ha le cicatrici di una prima parte da incubo. Prima con De Rossi, esonerato in malo modo e con motivazioni ancora poco illuminanti, poi con Juric con il quale i giallorossi hanno veramente toccato il fondo. Il tutto è stato viziato da un calciomercato ritardatario e che è stato portato a termine a campionato in corso. Ognuno ha le sue colpe, ma l’arrivo di Ranieri ha stravolto le carte in tavola dando una parvenza di pianificazione futura che, fino a quel momento, non c’era stata. Sicuramente il tecnico romano e romanista ha dato un’identità che né con Daniele e tanto meno con l’ex allenatore del Torino si era vista.

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Per capire ciò basta fare un grande passo indietro. La filosofia di De Rossi era improntata su una difesa a 4 che, però, non ha dato i suoi frutti e lo ha portato contro il Genoa, nella sua ultima gara prima dell’esonero, a schierarsi con un 3-5-2. Un cambiamento repentino e difficile da digerire per una squadra costruita e spinta a giocare sempre con la linea a 4. Ed è proprio da qui che parte la tendenza, che verrà portata avanti anche da Juric, di schierare Angelino come braccetto del trio difensivo. Una scelta criticata da molti a più riprese e che lo stesso Ranieri non condividerà successivamente: “Vi prometto che non lo vedrete più in quella posizione”.

L’approdo di Juric

18 settembre 2024. Una mattina come un’altra per tanti, ma non per la Roma che decide di sollevare De Rossi dall’incarico di allenatore e donarlo a Juric. Perché quello nei confronti del tecnico croato è un vero e proprio regalo del quale ancora non se ne capacita. I risultati di questo cambio improvviso? Un 3-0 contro l’Udinese che illude e da lì una squadra irriconoscibile. Se con Daniele la difficoltà stava nel fare gol, con l’ex allenatore del Torino ad aggiungersi è anche un problema legato al gioco e soprattutto a una difesa ballerina. La vittoria fortunata contro il Venezia, la sconfitta contro l’Elfsborg, il pareggio contro il Monza e i tracolli contro Fiorentina, Verona e Bologna ne sono la testimonianza.

A tutto ciò si aggiunge quello che si può definire l’accanimento nei confronti di Hummels. Un difensore che sta dimostrando di poter fare ancora la differenza, ma del quale Juric aveva un’opinione completamente diversa. “Si tratta di una scelta tecnica”, questa la motivazione che più volte il tecnico croato ha usato per giustificare l’assenza dell’ex Borussia Dortmund nell’11 titolare. Sicuramente la linea difensiva alta disegnata dal tecnico 49enne non era d’aiuto, ma nulla di così grave da impedire completamente la discesa in campo di Mats.

Anche perché, prima o poi, tutti i nodi vengono al pettine. I risultati catastrofici hanno portato all’esonero di Juric, ma a rimanere è un retroscena alquanto significativo: le scuse del tecnico croato a Hummels per il poco spazio concessogli. Una sorta di ammissione di colpa della quale ha fatto tesoro il suo successore Ranieri.

Il tempo di Ranieri

Niente banalismi, frasi già fatte o tentativi di idolatrare Ranieri. Nonostante vada riconosciuto il gesto di tornare alla Roma in un momento molto delicato, bisogna basarsi sull’aspetto pratico. Sicuramente la conferenza stampa di presentazione è stata l’espressione più alta del motivo per il quale la società abbia puntato su di lui. Sir Claudio ha chiarito e sciolto tutti i dubbi, dicendo ciò di cui i tifosi giallorossi avevano bisogno: a partire dai temi Hummels e Dybala fino ad arrivare alla questione legata agli errori dirigenziali. Non è di certo un caso, che con l’arrivo del tecnico romano e romanista, lo Stadio Olimpico sia tornato a fare sold-out.

In questo grande effetto domino, se così possiamo definirlo, a rientrare è anche l’aspetto mentale. Un argomento che Ranieri ha toccato e sta toccando tutt’ora con estrema delicatezza insieme ai suoi giocatori. Hummels e Paredes hanno cavalcato la ventata d’aria fresca portata da Claudio, Dovbyk è sulla retta via e poi c’è chi, come Pellegrini, è ancora in quella fase che possiamo chiamare di cura. Ma il cambio, in termini di gioco, è stato radicale. Napoli, Tottenham e Atalanta sono state avversarie fondamentali per non mettere troppe pressioni fin da subito e per permettere al tecnico romano e romanista di fare assimilare alcuni principi base. Passate le giganti, la Roma ha trovato riscontri importanti contro Lecce, Braga, Sampdoria, Parma e Milan, nonostante a rimanere è la grande amarezza per la sfida persa contro il Como.

Al di là del risultato, però, in ognuna di queste partite ciò che ha fatto la differenza è stata la presenza di una squadra in campo, di un’idea di gioco e di un’identità. Un concetto del quale ha parlato tanto anche lo stesso Ranieri e che mette in ombra il sistema di gioco in quanto tale: “Sistema di gioco? Io credo che ormai non ci sia più un sistema base, se non per quelle squadre o quegli allenatori che stanno lì da tanto tempo. Anche lo stesso Gasperini non gioca più solo a tre. Tutti gli allenatori apportano delle modifiche durante la partita per cercare di stravolgere i piani dell’avversario. Non sarei onesto se vi dicessi gioco a tre, a quattro a cinque. Non è questione di moduli, ma di giocatori che lottano, che sudano e che sputano il sangue”.

La Roma, quindi, passo dopo passo sta tornando. Ci vorrà tempo e la prossima sfida contro la Lazio sarà molto importante soprattutto per il morale, oltre che in termini di punti. Guardando la classifica non si può far altro che mettere in evidenza un bilancio negativo per questa prima parte di stagione, ma con la consapevolezza che il duro lavoro sta iniziando a dare i suoi frutti e ancora li darà. Certo è che poi bisognerà anche sciogliere i nodi in merito al prossimo allenatore, ma questa è un’altra storia della quale presto si saprà di più.

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Sono Lorenzo Gulino, meglio noto come Lollo Pillar, giornalista sportivo iscritto all'Albo e laureato in Scienze della Comunicazione. Amo il calcio in tutte le sue sfaccettature, ma ho anche tante altre passioni come il mondo della musica e del doppiaggio. Creo contenuti sui miei canali social, andando ad intervistare personalità importanti dei tre contesti descritti precedentemente.
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