Paredes, cuore al Boca e contratto alla Roma: ma dov’è la verità?

Le dichiarazioni d’amore al Boca si sprecano, ma l’accordo con la Roma ancora non c’è. Paredes è (ancora) un calciatore giallorosso, nonostante gli addii già annunciati. Ma certe uscite pubbliche, da chi ha esperienza, ci aspettavamo fossero gestite meglio.

Emanuele De Scisciolo
Emanuele De Scisciolo - Direttore Responsabile
5 min di lettura

C’è qualcosa di profondamente stonato – e nemmeno troppo sottotraccia – in questa interminabile telenovela estiva che ha come protagonista Leandro Paredes. Un uomo, un regista, un rigorista, un ex, un (ancora) tesserato della Roma. Eppure, a sentir lui, sembra quasi sia già su un volo di sola andata per Ezeiza, direzione Bombonera. Il piccolo problema? Che al momento del decollo, la firma non c’è. E nemmeno l’accordo definitivo.

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Insomma, Paredes è ancora un giocatore della Roma. Ma se ci si limitasse a leggere le dichiarazioni rilasciate negli ultimi mesi, da un’Argentina all’altra, sembrerebbe il contrario. Interviste, allusioni, ricordi sognanti, citazioni romantiche, dichiarazioni d’amore – ovviamente – al Boca Juniors. Tutto bello. Fin troppo.

L’ennesimo addio annunciato (ma non ancora avvenuto)

Quella tra Paredes e la Roma è una storia che sembrava destinata a concludersi con rispetto reciproco. E invece, almeno per ora, rischia di finire come quelle relazioni dove uno dei due continua a fare i bagagli mentre l’altro ha ancora le chiavi di casa. Perché mentre Leandro si dice pronto al ritorno in patria – e pazienza se nel frattempo è ancora regolarmente sotto contratto con la Roma – il club giallorosso, formalmente, non ha ancora chiuso nulla. Né con lui né con il Boca.

E allora viene naturale chiedersi: che fretta c’era di parlare così tanto e così presto? Perché costruire tutta questa narrativa nostalgica, così ostentata, quando di ufficiale non c’è neanche un tweet? E soprattutto: possibile che un calciatore della sua esperienza non abbia imparato che certi passaggi vanno gestiti con meno enfasi e più discrezione?

Dalla Russia con rimpianto, passando per Torino (di sfuggita)

Paredes è un giocatore che a Roma conosciamo bene, forse troppo. Arrivato giovanissimo dal Boca, ha dovuto passare da Empoli per trovare sé stesso. Poi l’ottima stagione con Spalletti, il debutto in Nazionale, la cessione allo Zenit – rigorosamente per motivi di bilancio, come da prassi romanista dell’epoca – e infine la scalata verso l’Europa delle grandi. Psg, Juventus, poi di nuovo Parigi, poi di nuovo Roma. Un giro lunghissimo, eppure con un costante: il filo che lo lega a Buenos Aires.

Anche quando era al centro del progetto, come lo è stato a tratti con Mourinho e poi con De Rossi, quel legame sudamericano non si è mai interrotto. Ma una cosa è sognare, un’altra è rendere quel sogno il cuore del dibattito mediatico mentre sei ancora, tecnicamente e giuridicamente, un giocatore di un’altra squadra.

Una clausola che scade, un contratto che resta

C’è anche il paradosso della clausola, quella famosa via di fuga da 3,5 milioni valida solo per il Boca, inserita – bontà sua – nell’ultimo rinnovo firmato con la Roma. Una sorta di salvagente emotivo, un biglietto prepagato verso casa. Scaduto, va detto, il 30 giugno. Eppure il teatrino delle interviste e degli ammiccamenti è andato avanti imperterrito. Come se fosse già fatta. Ma non lo è.

Per ora, la situazione è chiara solo nei numeri: Paredes ha un contratto in essere con la Roma fino al 2026. Il Boca vuole riportarlo a casa, lui vuole tornare, la Roma vuole monetizzare e liberarsi di un ingaggio pesante. Tutto logico. Ma non ancora ufficiale. E finché non lo sarà, certe dichiarazioni pubbliche non aiutano. Anzi, irritano.

Il Boca è una fede, ma la Roma è ancora un dovere

A Roma Paredes ha lasciato tanto e ricevuto tanto. Ha segnato rigori pesanti, vissuto notti europee, rialzato la testa dopo un inizio stagionale da dimenticare. È stato un punto fermo quando serviva stabilità, ha mostrato carattere in mezzo alla tempesta. Eppure ora, mentre i riflettori si spostano altrove, non si riesce a scrollarsi di dosso la sensazione di un addio stonato. Perché puoi amare il Boca, ma fino a che indossi la maglia della Roma, quella è la maglia che rappresenti. Con rispetto, misura, e magari evitando di parlare al passato prima di aver chiuso il presente.

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Giornalista, fondatore e direttore responsabile di SoloLaRoma.it. Da sempre racconto la Roma con passione, rigore e uno sguardo critico ma costruttivo. Credo in un’informazione indipendente, fatta da chi vive la squadra giorno per giorno, e dedicata a chi della Roma ha fatto una fede.
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