Quando il risultato conta più del gioco: l’analisi di Venezia-Roma 0-1

La vittoria del Penzo assume un significato importante per la solidità mostrata dalla difesa e la capacità di gestire il ritmo in condizioni climatiche difficili. Contro il Porto, però, servirà una prestazione ben più convincente

Riccardo Siciliano
8 min di lettura

Nel calcio spesso conta più il risultato del gioco espresso, e la trasferta al Penzo di Venezia ha rappresentato proprio questo tipo di vittoria per la Roma. Un successo per 1-0 firmato da Paulo Dybala su rigore, utile per dare continuitĆ  ai risultati e mantenere alta la fiducia in vista di un momento cruciale della stagione. Claudio Ranieri, nella conferenza stampa prepartita, aveva messo in guardia i suoi: ā€œIo non ero preoccupato dell’Eintracht, del Napoli, del Milan: sono preoccupato di questa. Qui voglio vedere la Roma. Qui voglio vedere il carattereā€œ.

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E il carattere la Roma lo ha mostrato, nonostante una prestazione tutt’altro che brillante. L’importante, però, era portare a casa i tre punti: il secondo successo consecutivo in trasferta consente ai giallorossi di proseguire la rincorsa in campionato verso la zona Europa, con otto risultati utili consecutivi che fanno dimenticare almeno in parte l’amarezza per l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Milan.

A decidere l’incontro ĆØ stato Dybala, implacabile dal dischetto con il suo 17Āŗ rigore consecutivo trasformato con la maglia della Roma. L’argentino, che inizialmente non avrebbe dovuto giocare, ha chiesto espressamente al tecnico di essere schierato, e Ranieri non se lo ĆØ fatto ripetere due volte. Una scelta vincente che permette alla squadra capitolina di mantenere il buon umore in vista della delicata sfida contro il Porto nei playoff di Europa League.

L’analisi del primo tempo

Ranieri ha disegnato un 3-4-2-1 con Svilar, Celik, Mancini e Ndicka in difesa, Rensch e Angelino sulle corsie esterne, con una mediana inedita di peso formata dal nuovo arrivato Gourna-Douath e Cristante, mentre sul fronte offensivo El Shaarawy e Dybala hanno supportato Dovbyk. Solito schieramento a cinque per di Francesco dall’altra parte, con Marcandalli, Idzes e CandĆ© davanti a Radu, Zerbi ed Ellertson sulle fasce, Kike Perez e Busio in mezzo al campo ai lati di Nicolussi Caviglia, con Yeboah e Fila in attacco.

La fase di costruzione dei lagunari prevedeva una struttura 3+2 (i tre centrali con Nicolussi e Kike Perez) con l’obiettivo di liberare un terzo uomo tra le linee e arrivare velocemente alla porta avversaria. La Roma ha cercato subito di esercitare pressione alta (con i tre attaccanti e i due mediani), impedendo al Venezia di sviluppare il proprio gioco in verticale.

I limiti individuali del Venezia hanno reso difficoltoso il piano di Di Francesco e l’aggressivitĆ  dei difensori della Roma si ĆØ rivelata fondamentale. L’obiettivo della squadra di Ranieri era di impedire i rifornimenti per le due punte e non farle girare. I giallorossi si sono adeguati ad un gioco più riflessivo, volto ad abbassare il ritmo degli avversari e affidandosi all’uscita sugli spazi esterni con Rensch e Angelino.

L’azione più pericolosa del primo tempo ĆØ arrivata al 15°, con una splendida manovra corale (la migliore della gara dei giallorossi palla a terra) partita dai piedi di Mancini: palla a Dybala, scarico di prima per Celik che ha servito Rensch e si ĆØ lanciato in sovrapposizione. Il pallone ĆØ poi tornato a Dybala sulla trequarti: El Shaarawy si ĆØ spostato verso il centro, ha ricevuto il pallone dall’argentino e di prima lo ha girato a Dovbyk al limite dell’area. L’ucraino si ĆØ girato bene ma ha concluso troppo centralmente, trovando la risposta di Radu.

Tuttavia, i giallorossi hanno faticato a trovare continuitĆ  offensiva, affidandosi troppo spesso ai lanci lunghi per un isolato Dovbyk, che raramente ĆØ riuscito a controllare il pallone. Quando El Shaarawy ha iniziato ad andare a sostegno dell’ucraino i giallorossi cominciato a trovare varietĆ  di sviluppi, abbassando il ritmo del Venezia.

L’analisi del secondo tempo

Al rientro in campo Ranieri ha sostituito Rensch con Saelemaekers, cercando maggiore imprevedibilitĆ  sulla fascia destra, mentre Di Francesco ha alzato Busio sulla linea dei trequartisti. L’azione che ha deciso la partita ĆØ nata da un recupero palla di Ndicka, seguito da una percussione di Angelino che ha conquistato un rimpallo e anticipato Marcandalli, ottenendo il rigore trasformato da Dybala.

Ranieri si ĆØ tutelato inserendo Pisilli e Nelsson per El Shaarawy e Gourna-Douath (ammonito), con Celik esterno destro e Saelemaekers avanzato sulla trequarti. La Roma ha mantenuto il baricentro alto rischiando poco o nulla, ad eccezione di un’incursione di Perez sull’unica disattenzione di Mancini, salvato dall’intervento di Svilar.

Il ritmo si ĆØ abbassato nell’ultima mezzora, complici i cambi delle due squadre, situazione che ha consentito ai giallorossi di non andare mai in affanno. L’entrata di Baldanzi per Dybala ha permesso di allungare la squadra e spezzare il forcing offensivo degli avversari.

Le chiavi del successo: difesa e carattere

Nonostante il successo sia arrivato contro una delle ultime in classifica e solo grazie a un rigore, quella del Penzo rimane comunque una vittoria da festeggiare, perché arrivata in trasferta in condizioni climatiche non ottimali (con pioggia battente e vento disturbante) e permette di incrementare la striscia di risultati utili consecutivi in campionato. Le statistiche della partita evidenziano un equilibrio sostanziale (64% di possesso palla per il Venezia, 13 tiri a 12 per la Roma), ma la maggiore determinazione dei giallorossi ha fatto la differenza, elemento che spesso è mancato lontano da casa.

Un plauso va alla difesa, in particolare alle prestazioni di Gianluca Mancini e Evan Ndicka, che hanno contribuito a mantenere la porta inviolata. Il centrale italiano, oltre ad aver sfiorato il gol nel primo tempo, ha collezionato 3 salvataggi, 3 tiri bloccati, 3 intercetti, 1 duello vinto e nessun dribbling subito. Numeri simili per il compagno di reparto: 4 salvataggi, 1 tiro bloccato, 1 intercetto, 1 contrasto e 2 duelli vinti.

Se la Roma ha dimostrato di poter fare male sviluppando l’azione palla a terra, lo stesso non si può dire quando si ĆØ affidata ai lanci lunghi, in particolare con Svilar, per Dovbyk, che, tra imprecisioni dei passaggi, mancato supporto e stop sbagliati, non ne ha controllato praticamente nessuno. Ranieri dovrĆ  lavorare soprattutto sulla fase offensiva, limitando l’uso dei lanci lunghi e cercando soluzioni più efficaci per supportare il centravanti ucraino.

Le sensazioni verso il Porto

Se in campionato la classifica non permette ancora di sorridere, con numerosi punti di distacco dalle posizioni europee, la sfida contro il Porto rappresenta l’ultima vera chance per dare un senso alla stagione. La vittoria contro il Venezia offre fiducia, ma servirĆ  una prestazione ben più convincente per superare i portoghesi e proseguire il cammino europeo. La determinazione vista al Penzo sarĆ  un punto di partenza fondamentale per affrontare i portoghesi con la giusta mentalitĆ .

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Nato a Roma il 22 gennaio del 2001, amante del calcio e dello sport a 360°. Laureato in Comunicazione, tecnologie e culture digitali, adesso costruisco il mio futuro sulle mie due grandi passioni.
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