Un’azione simbolica e di protesta, una sfida diretta alle istituzioni e ai piani urbanistici del Comune di Roma: diversi attivisti ambientalisti hanno deciso di piantare nuovi alberi nell’area di Pietralata dove, secondo i progetti dell’amministrazione, dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, che ripreso i lavori di scavo.
L’iniziativa
Come scrive La Repubblica, l’iniziativa, organizzata da diverse associazioni tra cui Schierarsi, il movimento fondato dall’ex esponente del Movimento 5 Stelle Alessandro Di Battista, ha visto la messa a dimora di lecci, frassini, olmi e bagolari, tutti alberi autoctoni, coltivati in tre anni e di “genoma romanissimo”, come sottolineato dagli attivisti stessi in un post pubblicato sui social. Le immagini diffuse mostrano volontari armati di pale e zappe mentre piantano alberi nella zona verde che dovrebbe essere sacrificata per la costruzione dell’impianto sportivo.
Secondo gli ambientalisti, il progetto rappresenta un’operazione di “cementificazione inutile”, che andrebbe a distruggere un’area di alto valore ecologico. La questione del bosco di Pietralata è al centro di un acceso dibattito da mesi, con una battaglia di perizie contrapposte: quelle prodotte dal Comune sostengono che l’area non sia vincolata, mentre diversi agronomi affermano il contrario, evidenziando la presenza di un ecosistema consolidato che meriterebbe protezione.
L’iniziativa degli attivisti è anche una denuncia contro l’atteggiamento del Comune, accusato di praticare un “greenwashing da due soldi”, piantando alberi in vaso in punti strategici della città mentre nega l’esistenza di un vero e proprio bosco nell’area di Pietralata. La vicenda ha attirato l’attenzione anche della Procura, che ha aperto un’inchiesta per fare chiarezza sulla legittimità degli interventi previsti. Tuttavia, sia l’amministrazione comunale che la società giallorossa ribadiscono la piena regolarità del progetto.
Gli attivisti, però, non arretrano e promettono di continuare la loro battaglia contro quella che definiscono una “speculazione edilizia mascherata da sviluppo”, rivendicando il diritto alla tutela del verde pubblico.