José Mourinho avrebbe tirato fuori la metafora della mancanza della “torta della nonna”, Claudio Ranieri, in maniera più schietta, ha parlato di poca intelligenza, mancanza di furbizia e di cinismo, cose che sono venute a mancare, ancora una volta, fuori casa. La Roma è uscita dall’AFAS Stadion con le ossa rotte ed una sconfitta per 1-0 contro l’AZ Alkmaar che fa male alla squadra, ai tifosi e alla stessa società.
Ma perché questa sconfitta fa male più delle altre? Rispondere a questa domanda potrebbe essere tanto semplice quanto complicato. La Roma è arrivata in Olanda con la pancia piena, dopo 4 risultati consecutivi, permettendosi fin troppa superficialità. Una cosa che, vista da occhi esterni, potrebbe risultare quasi assurda, visto che ogni processo di guarigione che si rispetti ha bisogno di tempo. In troppi hanno infatti pensato che, ormai, la cura Ranieri avesse fatto effetto su tutti, ma così evidentemente non è.
È quasi impossibile infatti pensare che basti un solo elemento (in questo caso Claudio Ranieri) a poter cambiare una squadra intera e per scrollarsi di dosso quel velo di superficialità che si è posato sulle spalle della Roma.
Roma fuori fase: manca la programmazione
La sconfitta nella settima giornata di Europa League fa male, e non solo per la classifica: l’1-0 per gli olandesi rappresenta l’immagine di una Roma in balia degli eventi; una sconfitta che, oltretutto, quasi al termine della sessione di calciomercato invernale, che sarebbe dovuta essere quella della rivoluzione giallorossa. Eppure, fino a questo momento, a Trigoria si son visti soltanto un terzino ed un secondo portiere.
Che sia dunque questo frutto di una mancata programmazione? Sarà ancora Ghisolfi a dover costruire la Roma del futuro? E perché manca ancora un CEO in società? Son queste solo alcune delle domande di tutti i tifosi giallorossi ormai abituati ad oscillare tra gioie brevi ed incertezze.